EL SHAARAWY – Luca Chiappino, ex allenatore della Primavera del Genoa fra il 2008 e il 2010, ha ricordato così l’esperienza con El Shaarawy in Liguria ai microfoni di Tuttosport: «Era già un predestinato, era facile intuirlo. Una sua mania? Sempre per i capelli, aveva già la cresta, ma era più contenuta. Ha fatto molto bene anche a Padova, in serie B; magari si poteva pensare avesse bisogno di più tempo per emergere così e inserirsi velocemente anche nel calcio internazionale. Ma lui riesce a isolarsi dal contesto, va in campo e gioca senza sentire la pressione dell’ambiente. All’interno del gruppo è sempre stato un ragazzo estroverso, si è fatto voler bene da tutti. È molto umile e rispettoso, un ragazzo attento a non eccedere in cose che potessero dare fastidio. Anche a quei tempi, Stephan sentiva parlar di lui, ma ha sempre mantenuto i piedi per terra. Da lui ci si aspettava tanto, forse anche più di quello che potesse dare, ma la nostra capacità è stata saperlo gestire. Gli abbiamo chiesto di giocare come poteva, senza pensare di farci vincere le partite a tutti i costi. Ogni tanto si inventava qualche esultanza con i suoi compagni. Variavano di volta in volta, all’epoca in Primavera c’erano giocatori estrosi. Comunque, El Shaarawy ha sempre avuto chiaro in mente cosa volesse fare da grande. Il mio rapporto con lui? Schietto e sincero. Stephan è sempre stato il primo a fare autocritica. Ascoltava sempre e cercava di non ripetere mai gli stessi errori. In tutti questi anni ha continuato a sentire qualche ex compagno ed è bello sapere di aver creato un gruppo di ragazzi che poi sono rimasti amici. Se lo sento ancora? È abbastanza riservato. Ho dei contatti col padre. Quando devo fargli i complimenti, li faccio tramite il papà».