Come un fulmine a ciel sereno. Silvio Berlusconi ha deciso di esonerare Sinisa Mihajlovic per affidare le chiavi del Milan a Cristian Brocchi. Una decisione che ha spiazzato tutti, a partire dai calciatori e da Adriano Galliani, che ha provato a convincere il numero uno rossonero fino alla fine, ma senza successo. Berlusconi, nel corso di questa maledetta stagione, ha punzecchiato più volte il tecnico serbo. Il divorzio era molto prevedibile, ma non in questo momento del campionato.
Intanto l’avventura di Brocchi è ufficialmente iniziata ieri pomeriggio con il primo allenamento. Per lui un contratto di due mesi con opzione per un anno in caso in cui dovesse convincere in queste ultime partite e nella finale di Coppa Italia del 21 maggio. Il nuovo allenatore del Milan sarà presentato oggi, alle ore 14, nella sala stampa di Milanello.
Milan News: le parole di Brocchi e Galliani in conferenza
Brocchi parla così di quello che vorrà proporre nel suo nuovo Milan: “Proverò a portare la cultura del lavoro che questo gruppo ha, perché in questo campionato ha fatto un’ottima stagione. Ho visto più volte loro all’opera, ho visto un gruppo che ha voglia di lavorare e di impegnarsi, e questo va dato merito a Mihajlovic e al suo staff. Per quelle che sono le mie volontà, c’è la voglia di portare quella che è stata per anni la mia metodologia, che può essere diversa rispetto ad alcune situazione di altri allenatori, che non vuole dire che siano migliori, ma diversi. Sono stati studiati in un percorso fatto, che aiuta i ragazzi ad interpretare quello che poi si deve mettere in campo“.
Il nuovo tecnico spiega qual è stato il primo impatto con la squadra: “Non è semplice. Ieri è stato un giorno particolare, perché non si può pretendere di schiacciare la testa dei propri calciatori. Non lavorare più con una persona ti porta a essere triste. E’ stato un impatto buono, anche perché essendo un volto noto ha inciso meno. E’ normale che sul campo ora proverò a fare qualcosa di mio“.
Prende la parole Galliani, che parla così della decisione: “C’è molta dialettica, con il presidente di parliamo da 30 anni. Prendiamo le decisioni insieme. Quello che avevamo da dire lo abbiamo detto ieri, non c’è altro da aggiungere. Per noi Brocchi può dare una scossa e può migliorare il gioco di questa squadra. Sinisa ha fatto un buon lavoro, ha ottenuto buoni risultati come la finale di Coppa Italia e siamo sesti, ma abbiamo pensato che servisse qualcosa di diverso“.
Queste sono, invece, le novità tattiche che gli piacerebbe apportare: “Mi piace un centrocampo a tre e creare alternative diverse in attacco. Mi piace il trequartista, ma non solo. La cosa più importante è quella di capire che sistema di gioco si può adottare con questi interpreti. Ci sono calciatori che giocare a tre, il trequartista o un tridente d’attacco. Queste strade percorrerò“.
Brocchi non ha paura di bruciarsi come i suoi predecessori: “In questi mesi il verbo “bruciarsi” è stato usato in maniera esponenziale. Ma è questione di giocarsi un’opportunità che non sempre hai, e un rischio esiste anche per chi ha la possibilità di fare cose diverse. Dobbiamo anche avere l’umiltà di prendersi le proprie responsabilità, nel bene e nel male. Sono qui, mi gioco quest’occasione con umiltà, voglia e spirito. Non ho paura, ma sono tranquillo. So quello che posso fare e il mio pensiero. Con questo non vuol dire che sono bravo e che vinceremo, ma il mio 110% ci sarà“.
Il neo tecnico non ha paura e non si fa influenzare dal contratto: “Da calciatore ho sempre messo da parte l’aspetto economico e contrattuale. Per me non è un contratto che ti fa essere più o meno sereno, ma il lavoro che fai. Se avessi avuto un contratto più lungo e avessi fatto male, avrei comunque corso il rischio di essere sostituito. Non è un aspetto importante, ora mi interessa il bene del Milan. Se le cose dovessero andare bene, sarà un enorme piacere“.
Galliani ci tiene però a precisare un aspetto: “L’anno prossimo sarà sicuramente un allenatore del Milan l’anno prossimo, o con la prima squadra o con la Primavera. Guardo sempre il futuro. Ci sono stati tanti colloqui che hanno portato la società a prendere la decisione. Fino al Sassuolo stavamo marciando bene, poi due punti in cinque partite. Abbiamo analizzato questi match e questa è stata la decisione“.
L’amministratore delegato rossonero prosegue parlando dell’operato della dirigenza: “Confusione? Non abbiamo contattato nessun allenatore, volevamo arrivare fino alla fine con Sinisa ma questo non è avvenuto. La società è gestita da noi da 30 anni, con trionfi e sconfitte. Non è cambiato nulla rispetto a prima. Le decisioni vengono prese condividendole“.
Torna a parlare Brocchi. L’ex centrocampista non pensa ora alla finale di Coppa Italia: “Ci sono tante partite da giocare e da vincere, con determinazione. Attraverso queste, si cercherà di arrivare alla partita con la Juventus con la speranza di aver instaurato con la squadra un rapporto forte e di condivisione. Ci stiamo provando già da ieri, ma non si cambia in uno o due giorni. Dobbiamo avere l’intelligenza di dare segnali ogni giorni e in ogni allenamento, ed è quello che stiamo provando a fare. Faremo di necessità virtù. Sfrutteremo tutto il tempo a disposizione a massimo“.
Galliani è consapevole che la scelta fatta non è condivisa da molti, ma spiega: “Dispiace non ci sia il consenso per le scelte fatte. Chi gestisce una società ha il diritto di prendere delle decisioni. Questo è quello che abbiamo pensato di fare per il bene del Milan. L’importante è che arrivino i risultati, perché nel calcio tutto dipende dai risultati, che è l’unica cosa che conta. Se vinci, è tutto perfetto. Questa decisione, poco popolare, speriamo faccia bene al Milan“.
Qualche vittoria potrebbe non bastare, perché serve qualcosa di diverso dal punto di vista del gioco. Brocchi chiarisce: “In questo momento c’è bisogno di equilibrio e intelligenza. Non ho mai allenato sempre lo stesso gruppo, quindi i risultati sono arrivati con il lavoro in settimana. Una delle cose che dico sempre è che la mia squadra si alleni per come giochi e giochi per come si alleni. Bisogna capire che si deve far capire le proprie richieste ai calciatori, i tempi sono brevi e ogni giorno dobbiamo cercare di far fare dei passi avanti a loro. Così in poco tempo si accorciano le distanze“.
Brocchi ha un’idea molto chiara su quello che sarà l’atteggiamento della sua squadra: “Ho sempre chiesto alle mie squadre di essere padroni del campo. Ho iniziato ieri a far capire che vorrei questo, e che lavoreremo tutti i giorni per vivere la partita in prima persona, cercando di aggredire gli avversari e di tenere palla. Non sarà semplice, ma è un compito stimolante, come spero lo sia anche per i calciatori. Per me il livello della rosa è buono, proverò a dare la consapevolezza ad ogni singolo calciatore di essere più forte rispetto ad oggi. Molti hanno reso poco, non per colpa di Sinisa, ma per un discorso singolo e personale di un calciatore stesso. Speriamo che il maggior numero di calciatori possa imparare a credere di più nei propri mezzi e mettere il singolo a disposizione della squadra, perché il singolo emerge quando la squadra riesce a metterlo nelle condizioni ideali“.
Un rapporto con Berlusconi davvero molto forte, ma il tecnico rossonero precisa: “Con il presidente non mi sono mai sponsorizzato. In questi anni, il fatto che si sia parlato delle mie squadra sempre in maniera positiva, si sarà incuriosito e mi avrà fatto seguire. Forse da qui è nata questa considerazione. Quello che propongo ai calciatori ha sempre un fine”.
Brocchi racconta così le emozioni e le sensazioni provate alla chiamata del presidente: “Ho avuto una grande serenità e tranquillità, perché sinceramente è stata vissuta da me più volte. La più grande qualità che ho avuto è stata quella di pensare alla mia crescita e alle mie conoscenze. Nel momento in cui mi è stata comunicata ufficialmente la scelta, in quel momento c’è stata un’emozione, sarebbe assurdo pensare al contrario. Quest’anno è il 20esimo anno di Milan, e avendo vissuto un percorso del genere e trovarmi allenatore della prima squadra è stata la cosa più bella del mondo. Sono pronto a mettermi in gioco, con la speranza e il sogno di ritrovarmi qui anche l’anno prossimo“.
Per Galliani c’è un fattore fondamentale che può decidere il futuro di Brocchi sulla panchina: “Credo sarà decisivo il gioco espresso dalla squadra. Il Milan ha una grande tradizione, ha sempre giocato bene a calcio. Quindi sento il presidente e parliamo solo di calcio, tutti i giorni da trent’anni, lo sento sempre innervosito quando si gioca male. Ricordo uno 0-0 contro il Celta Vigo con Ancelotti in cui si è sfuriato perché giocammo senza punte. Questo è un fattore determinante, ed è il motivo per cui siamo qui a presentare Brocchi. Trattativa con i cinesi? Non ne so nulla“. E sul calciomercato: “E’ prematuro. Lo faremo con l’allenatore della prossima stagione, con la speranza che possa essere ancora Cristian“.
L’ex allenatore della Primavera si esprime così in merito alle critiche ricevute dal Milan per questa scelta: “Ognuno è libero di dire ciò che pensa e di esprimere il proprio pensiero. Non ho mai cercato aiuti, né sponsorizzazioni. Questo è motivo di orgoglio. Sono sempre stato me stesso, e cerco di migliorarmi giorno dopo giorno, credendo di avere un pensiero e sperando di fare qualcosa di buono“.
Ovviamente conosce molto bene i ragazzi che possono far parte della prima squadra, ma non vuole accelerare i tempi: “In questo periodo le panchine sono poche, di giocatori giovani della Primavera ne abbiamo già, come Donnarumma, Calabria e Locatelli, che è pronto a giocare dopo un periodo di integrazione. I ragazzi devono crescere, se ci sarà l’opportunità ci sono sicuramente tanti giovani interessanti“.
Brocchi ha in mente due modelli per la sua carriera da allenatore: “Nella mia carriera ho avuto la fortuna di essere allenato da ottimi allenatori. I due che mi hanno dato per caratteristiche diverse sono Prandelli in assoluto e Ancelotti. Per diverse motivazioni mi hanno lasciato dentro qualcosa che mi ritrovo anche adesso, questo mi aiuterà certamente“.
Per l’ex centrocampista sarà fondamentale il confronto con Berlusconi e Galliani: “Non mi offendo quando parlerete di Yes Man. Nella mia vita ho rispettato tutti, quindi si parla di rispetto. Condivisione e confronto dovrebbero far parte della vita di tutti, perché non siamo onnipotenti. Penso che parte della crescita sia dovuta al confronto. Il rapporto con il presidente è un rapporto di confronto e di scambio di vedute, come lo sarà anche con Galliani. Qualcuno ti può consigliare e aprirti la mente“.
Il tecnico rossonero si è così espresso sul paragone con Fabio Capello e con il rapporto che avrà con i suoi calciatori: “Magari andasse come lui. Speriamo che tutto vada come abbiamo detto. Ho avuto un rapporto molto forte con Mihajlovic, mi son sentito anche ieri con lui. E’ stato un signore, sempre. Non è idea mia di eliminare dalla testa dei calciatori la sua figura o il loro rapporto. Da ieri però devo per forza riuscire a fare qualcosa con loro, con la speranza di ricreare un rapporto uguale a quello fra loro e Sinisa, questo ti può portare ad ottenere qualcosa di bello e di importante“.
Mario Balotelli non è riuscito a dare tanto nel corso di questo campionato. Brocchi riuscirà a rivalorizzare? Ci proverà: “Mi affascina e mi stimola proprio come l’occasione che ho. Balotelli è un calciatore importante, a me piace molto. Se dovesse riuscire a giocare con interpretazione della gara come contro la Juventus, sarà un calciatore importante per tutti. Ma ce ne sono molti. Tutti, chi più o chi meno, può dare un aiuto al gruppo. In questo periodo tanti si giocano tanto. Ho visto nei loro occhi la voglia e la volontà di fare bene e di giocare in un certo livello“.
I risultati delle ultime annate sono decisamente deludenti. Hanno sempre pagato gli allenatori, ma le decisioni della società hanno inciso parecchio. Galliani è d’accordo: “Sono nel calcio da una vita, è chiaro che i risultati positivo o negativi arrivano dall’insieme società-tecnici-calciatori. E’ chiaro che se non arrivano risultati ci sono concorsi di colpe, come ci sono concorsi di meriti. Credo che una proprietà va misurata nella sua interezza e non nell’ultima partita. Negli ultimi due anni e mezzo, ma ricordo che siamo l’ultima squadra a vincere uno scudetto prima della Juventus“.
Intanto tutto il futuro del Milan è in bilico, e anche quello di Galliani: “Mi sento in forma, ma sono scelte che fa la società. Il mio lavoro lo faccio con il solito impegno e intraprendenza. Ma la decisione la prende l’azionista del Milan, che da trent’anni è Fininvest“. Sui suoi errori: “Sono appassionato di calcio da sempre. Credo di aver commesso tantissimi errori, ma di aver fatto anche cosa buone. Ma è difficile giudicare se stessi. La mia conoscenza del calcio mi porta a dire che esiste un triangolo: i successi e gli insuccessi sono meriti o demeriti di dirigenti, allenatori e calciatori“.
Qualcuno ha parlato di “clima più sereno” ora senza Mihajlovic. Galliani però difende il serbo: “Non ho mai percepito l’atmosfera dei calciatori. Chi ha detto che l’aria era pesante è una sciocchezza, la squadra è sempre stata con l’allenatore. E’ una cosa falsa e ingenerosa“.
Brocchi conclude spiegando ancora una volta quello che sarà il suo sistema di gioco in attacco: “O il trequartista o con esterni d’attacco. Il trequartista? Abbiamo calciatori ideali per quel ruolo, Bonaventura è uno come anche Honda. Sarà importante la voglia e la volontà di fare quello che gli si chiede e quanta interpretazione del ruolo riusciranno a dare alla squadra“.
Redazione MilanLive.it