Il tennista greco è uno dei 12 che ha firmato la denuncia contro l’Atp della PTPA: ecco perché ha deciso di farlo, parole durissime

Negli ultimi due anni, Nick Kyrgios ha fatto parlare di sé solo per questioni extra campo. In particolar modo, il tennista greco ha preso di mira Jannik Sinner per la questione Clostebol. Dichiarazioni fuori luogo e, ancora peggio, commenti social ai limiti della denuncia. E continua a farlo, nonostante l’altoatesino abbia ormai archiviato la questione patteggiando tre mesi di squalifica con la WADA: secondo lui, avrebbe meritato uno stop più lungo.
Nel frattempo in questi ultimi mesi è tornato in campo in tornei ATP e mercoledì, dopo più di due lungi anni (per la precisione, 895 giorni), è tornato a vincere una partita: ha battuto McDonald all’esordio del Masters 1000 di Miami. L’ultimo successo risaliva a Tokyo 2022. Adesso deve attendere qualche giorno prima di poter tornare in campo per affrontare il russo Khachanov. Nel frattempo però Kyrgios porta avanti la sua battaglia contro il… sistema. Nel mirino suo e di tantissimi altri tennisti, fra cui anche Djokovic, c’è l’Atp e tutte le altre istituzioni del tennis.
La denuncia della PTPA, Kyrgios spiega i motivi
Lo stesso Djokovic, insieme a Pospisil, nel 2020 ha fondato la Professional Tennis Players’ Association (PTPA). E in questi giorni la fondazione ha denunciato Atp, Wta, Itf e Itia, cioè tutti gli organi principali di governo del tennis. Alla base di questa denuncia c’è l’obiettivo di far luce su come “gli organi di governo corrotti del tennis abusano, mettono a tacere e sfruttano sistematicamente i giocatori per ottenere profitti personali attraverso il controllo monopolistico”.

Fra i capi d’accusa, quindi, ci sono: i tennisti “intrappolati in un gioco truccato”, critiche al calendario troppo duro, i test antidoping che spesso ledono la privacy, il controllo dei diritti d’immagine e, infine, il sistema per la compilazione della classifica del Ranking. Come detto, il greco fa parte dei tennisti (ne sono circa 12) che hanno firmato questa denuncia e, ai microfoni di Sky Sport, ha spiegato il perché: “Io, Pospisil, Djokovic e tutti noi volevamo fare qualcosa del genere per il futuro del tennis. So che i giocatori sono insoddisfatti, lo sono anche io, di tutto ciò che sta accadendo nel nostro sport in questo momento. C’è una denuncia di oltre 100 pagine da leggere per saperne di più, ma non voglio entrare nei dettagli. Sono stato coinvolto il più possibile in ciò che ho potuto“.