L’annuncio sulla possibile squalifica di Sinner fa tremare i tifosi, il tennista rischia un anno di stop: tutti i dettagli
Per Jannik Sinner è finalmente iniziata la nuova stagione di tennis. Ha avuto un 2024 da sogno con trionfi, successi e, soprattutto, il primato nel Ranking: l’altoatesino è diventato il primo al mondo e ora l’obiettivo è mantenere la posizione anche per tutto il nuovo anno. Dopo un lungo periodo di riposo fra fine stagione e vacanze di Natale, è arrivato il momento di tornare in campo per provare, di nuovo, a spazzare via ogni avversario.
In questo momento Sinner è a Melbourne per l’Australian Open: ha archiviato senza fatica il primo match di esibizione e adesso si prepara per il secondo, che precede l’inizio vero e proprio del torneo. Per la prima volta in carriera, Jannik dovrà difendere uno slam dopo il successo dello scorso anno. Per farlo, oltre a prepararsi al meglio fisicamente e tecnicamente, ha anche fatto fede alla sua scaramanzia: ha chiesto e ottenuto dagli organizzatori la stessa camera d’Hotel dello scorso anno. Non vediamo l’ora di vederlo di nuovo in campo in questo nuovo torneo in cui parte da favorito, ma per lui è un anno importante anche in vista della decisione sulla questione Clostebol.
La decisione ufficiale della corte arbitrale dello sport di Losanna è prevista per il mese di marzo. Si deciderà quindi se Sinner dovrà o meno scontare una squalifica per quanto accaduto. In merito è intervenuta in queste ore Karen Moorhouse, la CEO dell’ITIA. In un’intervista a tennis365.com, ha fatto un po’ di chiarezza sulla questione e ha proposto uno scenario comunque difficile da accettare.
“In caso di positività ad una sostanza vietata, la squalifica di partenza è di quattro anni. Se si può dimostrare che non è intenzionale, la squalifica si riduce a due“, ha detto. A questo punto però è necessario fare una differenziazione: “Nel caso di Sinner, siccome c’è la complicazione che il suo sia un prodotto non contaminato, in quanto il fisioterapista ha utilizzato sul suo dito il prodotto con principio attivo dopante, l’intervallo di squalifica va da uno a due anni”. Insomma, Sinner rischia seriamente uno anno di stop. “Il ricorso del WADA si basa sul fatto che il giocatore possa avere una responsabilità. Prima si era ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza ma la WADA lo contesta”, ha concluso Moorhouse.