Il Milan ha già una forte identità legata al nuovo allenatore ma nella vittoria di ieri c’è anche un po’ di Fonseca. Ora il test più importante
Serviva una scossa ancor più forte del cambio di guida tecnica e, contro ogni pronostico, è arrivata. La vittoria della Supercoppa in rimonta contro l’Inter è quello di cui tutto l’ambiente Milan aveva bisogno: una svolta emotiva, oltre che tecnica e tattica. La stagione riparte da qui, da un successo che va sfruttato a dovere per la rincorsa in campionato e per continuare il buon percorso in Champions League con la qualificazione agli ottavi.
Sergio Conceicao sta lavorando con la squadra da poco più di una settimana e, nonostante questo brevissimo periodo di tempo, il Milan sembra già avere un po’ della sua identità, quella che per sette lunghi anni abbiamo visto al Porto. La squadra è infatti apparsa più solida, più pragmatica e, soprattutto, con le idee più chiare e meno confuse su quello che c’era da fare. Il calcio di Conceicao è molto diverso da quello di Fonseca e questo è piuttosto chiaro: come abbiamo detto più volte, la sensazione è che le caratteristiche di questo Milan siano più adatte allo stile dell’attuale tecnico, che ora può pensare anche di rivalutare alcuni giocatori (ci sta già provando con Tomori, può farlo con Loftus–Cheek, con Musah e altri ancora). Ma ora c’è il test più importante.
Il messaggio di Conceicao alla squadra: così è nata la vittoria
L’avventura di Conceicao è iniziata come meglio non si poteva: ha vinto contro Juventus e Inter e, soprattutto, ha portato a casa un trofeo. Ogni allenatore sogna di cominciare una nuova esperienza in questo modo. Inoltre, l’allenatore sembra aver capito quali corde toccare, sia con i giocatori che con i tifosi: dal punto di vista comunicativo, in questi sei giorni è stato semplicemente perfetto.
Dopo il due a zero di Taremi, il portoghese ha lanciato un messaggio forte e chiaro alla squadra tramite i cambi: non datevi per vinti perché nulla è ancora deciso. Ha trasmesso coraggio, fiducia e voglia di non mollare. Messaggio recepito perfettamente. Poi, subito dopo la vittoria, ha detto una frase molto importante: “Ora subito testa al Cagliari per riportare il Milan dove deve stare e non al settimo posto come adesso“. Anche questo fa parte del suo stile comunicativo, più di impatto ed immediato, che trascina tutti con sé, tifosi compresi. Era diverso invece Fonseca, con meno frasi ad effetto (e magari anche meno scontate) ma più riflessive e approfondite. Nella vittoria di ieri c’è un po’ del suo lavoro: la comodità del Milan a difendere a cinque, la prestazione maiuscola di Thiaw, un Leao più coinvolto nel gioco e che attacca la profondità con convinzione. Piccoli dettagli tecnici che hanno contribuito al successo, poi Sergio ci ha messo tutto il resto. E ora caccia alla continuità: è necessario adesso mettere in fila risultati positivi, solo sul lungo periodo potremo sbilanciarsi con un giudizio definitivo. L’inizio fa ben sperare. E anche tanto.