L’avvocato milanista Felice Raimondo ha parlato di un tema molto importante come quello inerente lo stadio: ecco le sue parole a Milan Community.
In questo periodo in chiave Milan non si parla solamente per le vicende sportive. Non è un segreto che il club stia lavorando alla costruzione di uno stadio di proprietà, con San Siro e San Donato Milanese come opzioni. Nel primo caso, si continuerebbe la convivenza con l’Inter, nel secondo si andrebbe da soli.
Paolo Scaroni recentemente ha dichiarato che San Siro è diventato il piano A, però le sue dichiarazioni in questo momento hanno un valore relativo. Lo ha spiegato l’avvocato Felice Raimondo in un bell’intervento a Milan Community: “Non cambia nulla rispetto a quanto già sapevamo. Penso che entro inizio 2025 capiremo quale strada verrà presa in via definitiva. Oggi ci sono due progetti che vanno avanti parallelamente. Per quanto riguarda San Siro, l’acquisto dello stadio e dell’area era qualcosa che non era stato messo sul piatto in passato, quando invece si parlava di concessione del diritto di superficie e non di vendita della proprietà. I club stanno valutando. Il progetto a San Donato si trova in una fase molto importante, riguardante la Valutazione Ambientale Strategica, si dovrebbe concludere entro marzo. È la più importante dell’Accordo di Programma. Fatta la VAS, sarà tutto abbastanza in discesa“.
Nuovo Stadio Milan, San Siro o San Donato?
I tecnici di RedBird valutano pro e contro di ogni progetto, dovranno capire cosa conviene di più sia al Milan che alla stessa proprietà. Raimondo spiega vantaggi e svantaggi su San Donato: “Lì c’è un iter amministrativo e burocratico molto lineare e preciso, con delle tempistiche certe. Se tutto andrà bene, la costruzione potrà iniziare tra fine 2025 e inizio 2026. La maggioranza della politica è compatta nel portare avanti questo progetto. I contro sono i costi più alti, dato che sono sostenuti solo dal Milan. E i ricavi potenziali non sarebbero gli stessi ottenuti restando a Milano“.
Vantaggi e svantaggi di San Siro: “Un pro è che i costi verrebbero suddivisi tra i club. Un altro è che i guadagni saranno più alti rispetto a San Donato. Vero che dovranno essere divisi tra Milan e Inter, però lo stadio ospiterà più partite avendo due squadre. Questo cambia anche per il discorso sponsor, perché la visibilità non ci sarà solo per i match di una squadra sola, è tutto raddoppiato. Il Milan potrà incassare di più a San Siro rispetto a San Donato. Veniamo ai contro. L’Agenzia delle Entrate ha detto che serve tirare fuori 200 milioni di euro per stadio e aree. I club devono valutare la sostenibilità economica del progetto, se conviene spendere questi soldi e se i ricavi saranno sufficienti. Un altro contro è che abbandonando San Donato, bisognerebbe capire che fine farebbero i debiti di circa 40 milioni della Sportlifecity, società del Milan. Va trovata una soluzione, non è facile. Potrebbe anche nascere un problema politico, non tutta la maggioranza a Milano è d’accordo”.
Raimondo ha esposto anche un problema di natura tecnica inerente la permanenza a San Siro: “In base al masterplan che è stato depositato agli atti del Comune, il nuovo impianto verrebbe posizionato dall’altra parte dove si trova ora San Siro, quindi vicino via Tesio. Dato che l’impianto ad oggi si troverebbe molto vicino alle case e ai palazzi di via Tesio, i residenti di quelle palazzine chiaramente sono sul piede di guerra perché dicono che ci saranno molti rumori e fastidi. Quindi va sistemata anche la problematica inerente l’acustica, non è scontato. Il Comune ha chiesto di allontanare lo stadio da via Tesio. Per farlo o viene ridotta la capienza, ma non è possibile perché una delle richieste era proprio aumentarla dai 60.000 posti previsti inizialmente a 70.000, o si demolisce il sottopasso Patroclo per spostarlo più a destra – cosa difficile e che non credo che accadrà – oppure si potrebbe chiudere lo stadio con una copertura. Comunque si tratta di spendere dei soldi in più“.
Infine, un altro fattore è stato esposto dal legale di fede rossonera: “Il Milan sarà proprietario al 50% di uno stadio. Nel momento in cui andrà a vendere quote di maggioranza o di minoranza, non avrà la stessa appetibilità che avresti avendo uno stadio tuo al 100%. I contro non sono pochi su San Siro. Serve avere pazienza, a inizio 2025 capiremo“.