Perché il Milan ha venduto Tonali? Cardinale, un anno dopo, ha rivelato quali sono stati i motivi che hanno spinto il club ad accettare
Un anno e mezzo è passato dal doloroso addio al Milan di Sandro Tonali. I rossoneri hanno incassato dal suo passaggio al Newcastle 58,9 milioni, che potrebbero aumentare coi bonus e arrivare a 70 milioni. In più, la società ha mantenuto un 10% sulla futura rivendita (che diventerà molto probabilmente inutile). Una cessione per meri motivi economici, senza alcun tipo di riflessione calcistica e ambientale.
La cessione di Tonali è arrivata poche settimane dopo il divorzio da Paolo Maldini: le due cose sono fortemente collegate, perché l’ex capitano, che quelle riflessioni calcistiche e ambientali le avrebbe certamente fatte, non avrebbe mai dato il benestare alla cessione di un giocatore come lui. Elemento fondamentale non solo dal punto di vista tattico ma anche per la mentalità e lo spirito: nato e cresciuto col Milan nel cuore, era fra i pochi che avrebbe potuto trasmettere quei valori. Insomma, cosa che RedBird e gli attuali dirigenti non sanno e non valutano. Gerry Cardinale, in un intervento alla Harvard Business School dello scorso aprile, ha parlato di quella cessione e ha svelato il perché di quella assurda decisione.
Tonali al Newcastle è stata una cessione che ha portato tanti soldi nelle casse del club, soldi che hanno permesso a RedBird di fare mercato con più disponibilità economica. Infatti, nella stessa sessione di mercato, sono arrivati tanti giocatori, ma in pochissimi sono riusciti ad avere un buon rendimento. Insomma, non solo una cessione pessima; pessime sono state anche le scelte successive.
Cardinale ha spiegato perché, dal sui punto di vista, e quindi senza alcun tipo di valutazione calcistica, è stato giusto vendere Tonali: “Non lo abbiamo venduto al Newcastle United perché ne avevamo bisogno. Lo abbiamo venduto perché abbiamo ricevuto un’ottima offerta e abbiamo fatto una valutazione rischio-rendimento. Abbiamo incassato 70 milioni di euro (contando i compresi, ndr) più un earn-out di 10 milioni, la cifra più alta di sempre in Serie A. E grazie a quella vendita abbiamo acquistato sei nuovi giocatori e rinnovato completamente la squadra. Non vendiamo per necessità, vendiamo per opportunismo. Se rimaniamo disciplinati, ci saranno sempre controparti sul mercato che permetteranno rendimenti straordinari per i giocatori“.