Scaroni è tornato a parlare del tema stadio e lo ha fatto dando una notizia molto importante: ecco di cosa si tratta.
Le cose in campo non stanno andando per il meglio in casa Milan, in particolare per quanto riguarda il campionato, e la dirigenza deve lavorare per migliorare la situazione. Il mercato di gennaio può essere un’opportunità. Nel frattempo, ci sono anche altri ambiti nei quali il club è attivo e la questione stadio è assolutamente centrale.
RedBird Capital Partners si è posta l’obiettivo di dotare i rossoneri di un impianto sportivo di proprietà e in questi anni ha valutato più opzioni. A un certo punto sembrava essere stata fatta una scelta definitiva, puntando sull’area San Francesco di San Donato Milanese, con investimento da circa 40 milioni di euro già effettuato per l’acquisto dei terreni e anche un iter avviato per l’Accordo di Programma con tutti gli enti coinvolti nel progetto. Ma negli ultimi tempi mesi è rispuntata con forza la possibilità di continuare a rimanere a Milano, in zona San Siro, costruendo un nuovo stadio vicino al Giuseppe Meazza (che verrebbe parzialmente demolito) e condividendolo con l’Inter.
Stadio Milan, San Donato o San Siro? Parla Scaroni
Paolo Scaroni, intervistato da Radio Serie A, si è così espresso a proposito della possibilità di restare nel capoluogo lombardo: “Il progetto a cui stiamo lavorando è il fratello gemello di quello vecchio. Non assolvo la politica, ma in questi anni è mutata anche la mentalità delle persone. Molte dicevano che non volevano la demolizione di San Siro e io rispondevo chiedendo se avessero mai visto uno stadio moderno. Di iconico ci sono solo Milan e Inter. Ora la gente vede gli altri stadi europei e vede strutture bellissime. I milanesi si sono resi conto che San Siro è bellissimo, ma avere uno stadio moderno è meglio“.
Il presidente del Milan conferma che si sta ragionando sulla base del progetto iniziato nel 2019 con l’Inter e poi accantonato per vari motivi. Rimanere a San Siro è l’opzione in pole position ora, San Donato è dietro: “San Donato – ammette Scaroni – è passato da essere il piano A ad essere il piano B da quando la sovrintendenza ha rimosso il vincolo su San Siro. È partita una negoziazione, Milan e Inter devono acquistare lo stadio e le aree limitrofe, avere i permessi e così via. Stiamo trattando un contratto con il Comune e dovrà essere perfetto. Ho un certo ottimismo“.
Comprare il Giuseppe Meazza non farebbe scattare automaticamente il vincolo sul secondo anello che bloccherebbe la demolizione dello storico stadio milanese. La sovrintendenza si è espressa. Se il bene passa dall’essere di proprietà pubblica a essere di proprietà privata, il discorso cambia. I club stanno lavorando assieme al Comune di Milano per risolvere ogni aspetto. Vedremo come finirà. Il sindaco Beppe Sala vuole definire tutto prima dell’estate 2025.