Un ex manager della Formula 1 addossa delle responsabilità particolari a Verstappen: dichiarazioni che fanno discutere non poco.
Per Max Verstappen e Red Bull il 2024 è un anno che ha portato il quarto titolo piloti consecutivo, l’obiettivo massimo è stato raggiunto. Certamente c’è un po’ di amarezza per non aver conquistato anche quello costruttori, però il contributo di Sergio Perez non è stato sufficiente per evitare che McLaren e Ferrari arrivassero davanti in classifica.
Il driver messicano aveva iniziato molto bene il Mondiale di F1 2024: nei primi sei gran premi un totale di quattro podi e due top 5. Poi è iniziata una crisi che lo ha portato a raccogliere risultati al di sotto del potenziale della sua macchina e del suo talento. Una cosa davvero difficile da spiegare. Ci sta essere battuto nettamente da Verstappen, però il 34enne di Guadalajara si è reso protagonista pure di alcune qualifiche imbarazzanti senza superare il Q1 o il Q2. Ovviamente, partire indietro poi complica il piano gara e può comportare errori ulteriori dettati dalla foga di voler recuperare. Non ha mai più rivisto il podio.
Red Bull F1, caso Checo Perez: parla Eddie Jordan
Le prestazioni deludenti di Perez hanno indotto la scuderia di Milton Keynes a valutare la possibilità di sostituirlo, anche se tale operazione sarebbe costosa: rompere il contratto in scadenza a fine 2026 comporterebbe non esborso non indifferente. Si è parlato di 15-20 milioni di dollari, qualche fonte ha scritto 30. Una cifra esatta al momento non c’è, però intanto il divorzio è stato ufficializzato.
Eddie Jordan nel podcast Formula for Success ha addossato ogni responsabilità alla Red Bull e Verstappen per la situazione attuale di Checo: “La colpa è del team e di Max. Quest’ultimo ha fatto pressione su Horner perché non voleva Carlos Sainz, voleva Perez perché sapeva di poterlo sconfiggere“.
A giugno la scuderia ha ufficializzato il rinnovo, addirittura biennale, di Perez e ha spiazzato tutti. C’era ancora la possibilità di ingaggiare Carlos Sainz, che solo verso fine luglio ha firmato con la Williams, però non c’era l’intenzione di mettere un pilota così competitivo nel box assieme a Verstappen. Jordan ritiene che sia stato proprio l’olandese a spingere il team principal Chris Horner a non ingaggiare l’ormai ex Ferrari. La Red Bull alla fine ha accettato di pagare un conto salato per una decisione che non aveva molto senso e che era stata presa lo stesso.