La lunga tradizione di avvicendamenti da una sponda all’altra di Milano potrebbe arricchirsi di un nuovo quanto inaspettato capitolo…
Il derby della Madonnina, una delle più intense e radicate rivalità nel calcio italiano, vede da oltre un secolo fronteggiarsi due tra i club più blasonati al mondo che si contendono la supremazia sulla città di Milano. Inter e Milan, da sempre e per sempre una nemesi dell’altra. Eppure nel corso degli anni spesso è capitato che le due squadre si scambiassero calciatori in sede di mercato, con tutte le critiche che questo tipo di operazione si porta appresso.
Diversa è invece l’idea di vedere un ex allenatore dell’Inter sedersi sulla panchina del Milan. Sembra quasi una provocazione, ma potrebbe presto divenire realtà. Sebbene passare da una panchina all’altra rappresenterebbe per molti tifosi un tradimento, quasi un atto di sottomissione al nemico, oggi immaginare un ex Inter che prenda il comando del Milan non è più così impensabile…
Una rottura di tutti gli schemi, un evento che sfida la logica e magari per alcuni anche il buon senso: se già l’ipotesi di un ex tecnico nerazzurro che diventa allenatore del Milan può risultare paradossale, ciò che fa ancora di più strabuzzare gli occhi è un endorsement pubblico da parte di un ex giocatore del Milan affinché un nerazzurro diventi il trainer del Diavolo.
Alberico Evani ha il Milan cucito sulla pelle. Lui, che da giocatore rossonero ha vinto tutto, dalla serie B alla Coppa dei Campioni, oggi sarebbe favorevole nel vedere l’ex Inter Roberto Mancini, in nerazzurro dal 2004 al 2008 e successivamente tra il 2014 e il 2016, alla guida del club di via Aldo Rossi.
“Come vedrei Mancini al Milan? Per Roberto parla il suo curriculum. – dice Evani, che con Mancini ha collaborato durante la sua esperienza nella Nazionale italiana, in un intervento presso ‘Radio Anch’io lo Sport’ – Ha allenato squadre importanti e dispone di esperienza da vendere. Ci ho pure giocato insieme e già all’epoca aveva un certo tipo di carattere. Da tecnico è stato capace di smussarlo: riporterebbe quello spirito di gruppo che in questo momento vedo mancare al Milan”.
Evani si è poi soffermato sulla figura di Ibrahimovic: “Deve fare esperienza. Non nasce dirigente e ha incontrato delle difficoltà. Zlatan è intelligente, è innegabile che abbia personalità ma deve cambiare mentalità: occorre ‘dimenticarsi’ di essere stato grande come calciatore e gettarsi a capofitto su questo altro tipo di ruolo. Il Milan necessita di dirigenti di un certo livello”.
Tornando a Mancini, questo annuncio a sorpresa di Evani solleva anche una questione interessante riguardo al senso di appartenenza nel calcio moderno. In un’epoca in cui anche le più storiche rivalità sembrano spesso e volentieri sfumare, non tenere conto delle ataviche divisioni potrebbe rappresentare anche un segno di cambiamento e apertura a nuovi orizzonti.