Ebbene, intervistato dal “Sydney Morning Herald”, l’avvocato ha commentato la situazione del numero 1 del ranking Atp con parole non esattamente rassicuranti: “Credo che la decisione di non colpevolezza o negligenza verrà ribaltata in appello, con successiva sanzione. Si tratta di un caso piuttosto insolito: da un lato la Wada accetta che l’assunzione del Clostebol non sia intenzionale, ma dall’altra che tu, atleta, hai o hai avuto un certo grado di colpevolezza o negligenza per quanto accaduto. Questo perché tu hai la responsabilità finale, che è oggettiva, e pertanto hai dimostrato colpa o negligenza nelle tue azioni“.
Dunque, per l’avvocato australiano il tennis italiano non dovrebbe farsi tante illusioni dato che l’ipotesi dell’assoluzione non è neanche contemplata: “Andrà quindi, nel caso, esaminato il grado di colpa o negligenza ed è il motivo per cui si ipotizza una squalifica di 1 anno o 2: se il grado reputato di negligenza fosse basso si andrebbe su 1 anno di sanzione“. Insomma, non proprio quello che si augurano i tifosi e tutti gli appassionati della racchetta.