Si continua ad attendere l’esito della sentenza sul caso Clostebol per Jannik Sinner, il tennista numero 1 al mondo che rischia grosso.
Il 2024 è stato un anno indimenticabile per il tennis italiano, sia in ambito maschile che femminile. Ma in particolare, se bisogna dare un titolo assoluto a questa stagione, non si può non citare la crescita esponenziale di Jannik Sinner. Il fuoriclasse azzurro è riuscito a mantenere un livello altissimo durante gli ultimi 12 mesi, vincendo i suoi primi tornei dello Slam e confermandosi numero 1 al mondo.
Strepitosi i traguardi raggiunti da Sinner, che ha chiuso l’annata nel miglior modo possibile. Prima la vittoria nelle ATP Finals di Torino, contro gli altri sette tennisti più forti del momento. Poi il bis in Coppa Davis, dove ha trascinato per il secondo anno consecutivo la nazionale italiana alla vittoria, al fianco di un redivivo e scatenato Matteo Berrettini.
Peccato che nel suo 2024 resti una macchia ancora da decifrare: la positività al controllo antidoping effettuato nella scorsa primavera. Come è risaputo da tempo, Sinner è risultato positivo al Clostebol, una sostanza anabolizzante vietata dagli organi sportivi, assunta involontariamente per essere entrato a contatto indirettamente con una pomata (assunta dal suo ex preparatore) che contiene una minima percentuale della sostanza stessa.
Caso Sinner-Clostebol: l’annuncio della Wada cambia tutto?
C’è dunque attesa e tanta preoccupazione per Sinner e per i suoi tifosi. Il rischio è quello che il Tas di Losanna, tribunale sportivo a cui si è riferita la Wada (agenzia internazionale per l’antidoping) sia intransigente con il numero uno del tennis maschile e decida di imporre una squalifica decisamente deleteria per la carriera dell’azzurro.
Ma proprio il direttore di tale agenzia, Oliver Niggli, ha parlato a L’Equipe di una questione che potrebbe rimettere tutto in discussione. Ovvero introdurre un limite minimo per la punibilità degli atleti in base al dosaggio della sostanza proibita. Infatti, nel caso di Sinner e della tennista polacca Iga Swiatek, sono state rilevate tracce bassissime di Clostebol.
“Oggi esiste un problema di contaminazioni. I laboratori sono più efficienti nel rilevare quantità infinitesimali di sostanze dopanti. Le quantità riscontrate sono così piccole che è possibile contaminarsi facendo anche cose banali. Capisco il pubblico, che pensa che siamo ingenui e che ci beviamo tutto. Ma la realtà è diversa. C’è un problema. Se volessimo semplificarci la vita, potremmo imporre nuove soglie e non riscontrare tutti questi casi. Ma la vera domanda: ‘Siamo pronti ad accettare il microdosaggio?”,
Dunque tutto rimesso in discussione. Nel frattempo si attende la sentenza su Jannik, che non arriverà prima del mese di febbraio, come confermato nei giorni scorsi dal Tas.