Finalmente il Milan sforna la partita perfetta. Nessun calciatore bocciato: applausi per tutti, ma soprattutto per Reijnders e Fofana
I disfattisti riusciranno a vedere del negativo anche nella partita di ieri. D’altronde anche stamani si legge di alcuni calciatori bocciati, in un match dominato dall’inizio alla fine, in cui il Milan avrebbe potuto fare tranquillamente 5-6 gol, e Mike Maignan è rimasto con i guanti puliti. Abbiamo criticato Fonseca e i suoi uomini, oggi è giusto esaltarli.
Anche perché non si può certo sminuire un avversario, come l’Empoli, che si è presentato a San Siro con la quarta migliore difesa del campionato e che in stagione è riuscito a battere la Roma all’Olimpico, a fermare la Juve e a dare filo da torcere a Lazio e Napoli. Ma il Milan ha iniziato col piglio giusto, fin dal primo minuto, mostrando quella voglia e intensità che spesso sono venuti a mancare nelle partite contro le medio-piccole. Il Diavolo ha creato subito i presupposti per andare a rete, ma delle scelte non proprio felici anche di Christian Pulisic sotto rete, non hanno permesso alla squadra di dilagare. Ieri ha praticamente funzionato tutto: la pressione a centrocampo, condotto splendidamente da un indomabile Fofana, capace anche di realizzare il suo terzo assist stagionale, ha fatto la differenza, così come l’attenzione difensiva.
Inutile nascondersi dietro ad un dito, quando al centro della difesa c’è Matteo Gabbia tutto è diverso. Il sesto clean-sheet stagionale per Mike Maignan, mai impegnato dai toscani (anche stasera però è arrivato il tiro della vita, che si è infranto contro la traversa), non è certamente un caso.
Il reparto è solido anche per via di un Malick Thiaw, del quale non si ricorda più l’ultimo errore. Vanno citati anche Emerson Royal, che ha fornito una prova attenta dietro e precisa in avanti, e Theo Hernandez. Il francese non è il treno che siamo stati abituati a vedere, ma ieri qualche sgroppata in avanti ce l’ha mostrata, ma senza fortune. Non merita certo la bocciatura, anche perché delle volte ci si dimentica che il 19 rossonero è pur sempre un difensore e ieri la sua prestazione da quel punto di vista è stata praticamente perfetta. E’ chiaro per gli 8 serve ben altro, ma non mai insufficiente.
Chi si prende i voti altissimi sono chiaramente Fofana e Reijnders. Il francese è una mezzala camuffata da mediano: dove c’è una fiamma, c’è il pompiere ex Monaco pronto a spegnerla, anche con una diffida sul groppone, e se poi delizia la platea con quell’assist per l’olandese, ci si può solo alzare ad applaudirlo. Merita ovviamente la standing ovation l’ex AZ che fa tutto bene e finalmente segna. Reijnders, d’altronde, invece, non è altro che un trequartista camuffato da mediano. Ma quando corre ogni singolo giocatore tutto è più facile.
Rafa Leao cresce a vista d’occhio e se ha da inseguire l’avversario fino alla propria area lo fa. Ha sbagliato alcune scelte, è vero, ma bisogna sottolineare quanto sia più maturo tatticamente. Ieri è andato a cercarsi gli spazi giusti, soprattutto in occasione del primo gol, ma anche nell’ultimo, che hanno fatto la differenza. Spazi, che prima dell’arrivo di Fonseca, faticava a vedere. Ora Leao non gioca solo a sinistra, ma ragiona da seconda punta.
Non è stato perfetto nemmeno Christian Pulisic, con tante scelte sbagliate sotto porta, ma quando è al centro del villaggio è sempre tra i protagonisti indiscussi della manovra rossonera. Non ha segnato l’americano, però la rete l’ha ritrovata Morata, che ha dovuto ripiegare meno all’indietro, rispetto al solito, anche se le corse verso la propria area non sono mancate anche ieri. Chi ha corso per 2-3, dando EQUILIBRIO (sì, va scritto in maiuscolo) è stato Yunus Musah. L’ibrido americano, un po’ quinto di difesa, un po’ esterno, è di fatto la chiave di tutto e non può essere solo un’eccezione. Fonseca, che va applaudito, non deve più scordarsi della sfida contro il Real Madrid, ma anche di quella di ieri sera. La strada è tracciata e il Milan è finalmente una squadra.