Il rinnovo di Gabbia è la conferma che nel calcio c’è ancora spazio per la meritocrazia

Gabbia firmerà a breve il rinnovo di contratto con il Milan: è la prova che nel calcio c’è ancora spazio per la meritocrazia

Le belle storie nel calcio ci sono ancora. Sono più rare rispetto agli anni scorsi, e c’è meno attenzione mediatica, perché vendono meno giornali e fanno meno ascolti. Invece sì, ci sono. E sono anche bellissima, come quelle di Matteo Gabbia e il Milan: una storia iniziata a 13 anni e che potrebbe ormai concludersi solo a fine carriera. Il rinnovo a vita coi rossoneri è lì pronto solo da firmare.

Matteo Gabbia difensore del Milan
Gabbia, il rinnovo è più che meritato (LaPresse) – MilanLive.it

Il difensore firmerà a breve un nuovo contratto coi rossoneri: l’attuale scadenza è giugno 2026, ora prolungherà di altri tre anni. Al momento il suo stipendio è addirittura inferiore al milione di euro, eppure parliamo di uno dei migliori giocatori della rosa nel 2024, cioè da quando è rientrato dai sei mesi di prestito al Villarreal. Il Milan, forse con un po’ di ritardo, ha deciso di premiarlo con un ingaggio raddoppiato: arriverà quindi a guadagnare circa 2 milioni fino, come detto, al 2029. In sostanza, a meno di colpi di scena nel mentre, Gabbia resterà al Milan fino ai trent’anni. E l’obiettivo, e anche la speranza, è che si possa andare ancora oltre

I dettagli del rinnovo di Gabbia

La storia di Gabbia, oltre a confermare che nel calcio c’è ancora spazio per i valori, conferma anche che il lavoro ripaga. Sempre. E soprattutto, che in questo mondo c’è ancora spazio per la meritocrazia, un fattore che negli anni è stato spesso dimenticato (volutamente o meno) dalle società. Non il Milan, che ha invece riconosciuto la crescita di Matteo, diventato ad oggi uno dei migliori difensori italiani.

Matteo Gabbia difensore del Milan
Gabbia, il rinnovo è più che meritato (ANSA) – MilanLive.it

Un cambio di rotta un po’ inaspettato, ad essere onesti. Tutto è iniziato tutto in Spagna, al Villarreal: in quei sei mesi di lavoro con Marcelino qualcosa è cambiato, a riprova del fatto che l’estero e i metodi di lavoro di allenatori stranieri meriterebbero un po’ più di spazio in un campionato, quello italiano, molto chiuso dal punto di vista delle idee (con un’ottima scuola di allenatori: premesso). Il Milan lo ha richiamato per necessità a causa dell’infinità quantità di infortuni della scorsa stagione: è entrato subito e non è più uscito. Si è conquistato il posto anche con Paulo Fonseca, considerato che ha debuttato solo col Venezia alla quarta giornata di campionato. Nelle ultime settimane ha dovuto fare i conti con un infortunio al polpaccio, per fortuna ormai superato: tornerà a disposizione per domani contro la Juve. Nel frattempo Thiaw è cresciuto, Tomori sta migliorando così come Pavlovic. Gabbia dovrà di nuovo scalare le gerarchie: la sensazione è che anche stavolta ci riuscirà, senza troppi problemi.

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