Oggi è un pilastro dei rossoneri ma solo pochi anni fa era un rider per la consegna delle pizze. A rivelarlo è lui stesso
Il Milan non ha iniziato nel migliore dei modi questa nuova stagione, che coincide anche con l’inizio di un nuovo ciclo. Dopo cinque anni con Stefano Pioli, è arrivato Paulo Fonseca, che ha idee di calcio completamente diverse. Ed è stata questa, fino ad oggi, la sua più grande difficoltà.
A Fonseca è stata consegnata una buona rosa; non completa, ma di livello. In estate sono stati aggiunti nuovi tasselli: dopo anni di titolarità indiscussa di Davide Calabria, è arrivato un nuovo terzino destro, Emerson Royal, poi l’avvicendamento fra Giroud e Morata e, infine, un pilastro a centrocampo, Youssouf Fofana, senza ombra di dubbio l’acquisto più importante dell’estate rossonera. Gli sono bastate poche partite per prendere in mano le redini della situazione. A pochi mesi dal suo arrivo, è già imprescindibile. Oggi ha rilasciato una bellissima intervista alla Gazzetta dello Sport; e fra le tante cose, ha parlato anche di un momento molto difficile della sua carriera e, più importante, della sua vita.
La storia di Fofana, è cambiato tutto in dieci anni
Ora è un pilastro del Milan ed è anche un tassello della Francia, la Nazionale con più potenziale tecnico al mondo. Non è stato convocato per gli impegni di questo mese ma è sempre stato presente, anche al recente Europeo. A quasi 26 anni, si può considerare tutti gli effetti uno dei migliori interpreti del ruolo in tutta Europa.
Eppure, solo dieci anni fa, Fofana era senza squadra: “Ci ripenso sempre. Mi serve per restare con i piedi per terra. Mi dico che sono partito con un po’ di ritardo che cerco di recuperare. Per me è importante mettermi in discussione ogni giorno”. E per andare avanti, ha dovuto fare anche un altro mestiere, il rider consegna pizze: “Mi è servito per imparare rigore e disciplina nel lavoro e guadagnare i miei primi soldi. Adesso lascio sempre la mancia al rider perché so che è importante. A Milano ho mangiato tante buone pizze ma non esco molto, preferisco restare a casa a guardare film”. Insomma, la vita di Youssouf è cambiata totalmente, ma il passato non si può dimenticare. Anzi, è quello che lo ha aiutato ad essere oggi l’uomo e il calciatore che è.