In Cagliari-Milan primi sprazzi di un nuovo Leao: come è cambiato il ruolo, e quindi la sua funzione, nel match in Sardegna
Di Rafael Leao si è parlato tantissimo in quest’ultimo periodo. Il motivo non era purtroppo legato alle sue prestazioni ma piuttosto alla gestione di Paulo Fonseca. Che, a differenza di Stefano Pioli in precedenza, sta optando per un po’ più di bastone e non sempre e solo carota. Una scelta che ha creato non poche polemiche e fazioni: c’è chi appoggia l’operato del tecnico e chi, invece, pensa che il portoghese debba giocare ad ogni costo.
In realtà Fonseca finora con Leao ha sbagliato poco o nulla: in questo nuovo corso non ha fatto niente per dimostrarsi meglio degli altri ed è quindi giusto che l’allenatore lo consideri al pari dei suoi compagni. Per tre partite consecutive di campionato lo ha tenuto fuori dai titolari in favore di Okafor, che ha sempre fatto bene tranne che nelle ultime gare. Leao è poi tornato titolare per la sfida col Real Madrid e poi col Cagliari. Risultato: assist e buona (non buonissima) prestazione al Santiago Bernabeu e doppietta in Sardegna. La cosa positiva è che, oltre ai numeri, si sono visti anche dei piccoli miglioramenti. Inoltre, in particolar modo col Cagliari, abbiamo assistito ad un’evoluzione del suo ruolo e quindi della sua funzione.
Finora Leao è stato sempre lo stesso: piedi sulla linea laterale, palla sui piedi e uno contro uno. E basta. Possiamo considerarci soddisfatti di un bagaglio tecnico così limitato per un giocatore con il suo fisico, il suo talento e il suo potenziale? No. O meglio, dipende: se hai stima di Leao e ne riconosci il potenziale, sicuramente non puoi esserlo. E intanto l’età avanza: Fonseca è per lui una chance, forse l’ultima, per crescere e migliorare, non un nemico. E a Cagliari qualcosa di nuovo si è visto.
L’analisi di Calcio Datato su X spiega perfettamente come (pian piano) sta cambiando il lavoro di Leao con la palla, e quindi la sua posizione e la sua funzione. Sfruttando il movimento di Reijnders, che supporta sempre la costruzione e quindi svuota una porzione di campo più centrale, Rafa è andato spesso a riempire quel vuoto e quindi è entrato più spesso nel vivo dell’azione. In questo modo ha avuto la possibilità di associarsi più facilmente coi compagni di squadra come Pulisic o anche Chukwueze – ecco, a proposito di associarsi, a 25 anni è davvero in grosso ritardo da questo punto di vista.
In questa posizione più centrale si è mosso quasi da centravanti, andando spesso ad attaccare la profondità alle spalle dei difensori (così è nato il secondo gol su una gran bella palla di Fofana). Insomma, primi sprazzi di un nuovo Leao. Che deve sfruttare l’occasione che Fonseca gli sta dando per diventare finalmente un giocatore completo. Ma il percorso è lungo, molto lungo.