Perché Conte oggi non allena il Milan? Troppi ostacoli per un matrimonio impossibile, per costi e non solo. Ecco tutti i retroscena
Antonio Conte e il Milan, un matrimonio che qualche mese fa sembrava scontato ma che, invece, senza nemmeno così tanta sorpresa, alla fine non s’è fatto. I rossoneri hanno preferito fare altre scelte mentre Conte si è dovuto accontentare del Napoli. E oggi, dopo dieci giornate di campionato, sta già dimostrando quanto sia forte e incredibile il suo impatto nella testa e nei risultati di una squadra.
Gli azzurri, nel giro di poco tempo, e con pochi ma mirati (e costosi) rinforzi, sono passati dall’undicesimo al primo posto in classifica. Inevitabile pensare oggi al Napoli come una delle candidate più forti per la vittoria dello Scudetto. Perché Conte è così: può piacere o meno, nel gioco e nella comunicazione, ma è di forte impatto. La partita di martedì a San Siro ne è un chiaro esempio: massimo risultato col minimo sforzo. E così il tecnico leccese si è preso una “rivincita” contro quel Milan che proprio non l’ha voluto prendere. Ma perché? Ci sono diversi motivi, e tutti molto prevedibili dopo aver ormai capito quali sono le idee e le priorità di RedBird.
Conte era prontissimo per allenare il Milan: dopo aver vinto con Juventus e Inter, l’idea di entrare nella storica come primo e unico allenatore a trionfare con le tre big era fortissima. Si era proposto e ha aspettato fino a quando ha potuto. Niente da fare, però. E a niente è anche servita la sommossa popolare dei tifosi, con tanto di pagina di giornale acquistata ma mai pubblicata.
Il primo grande ostacolo fra Conte e il Milan, come si può facilmente intuire, era l’ingaggio. Lo stipendio più alto in casa rossonera è quello di Rafael Leao, che arriva intorno ai 7 milioni coi bonus (di parte fissa, 5,5). E ogni giocatore sa che più di quella cifra, al Milan, non può guadagnare: Maignan e Theo Hernandez sono avvisati. Impossibile quindi pensare a cifre così alte addirittura per un allenatore. Oltre all’aspetto economico, c’è un altro aspetto di Conte che lo ha sempre allontanato al Milan: l’essere un manager a tutto tondo, voler avere voce in capitolo sul mercato e condizionare le scelte del club. Per l’attuale Milan questo è inammissibile: l’allenatore allena, la società fa il mercato. Bastano questi due temi a spiegare perché Conte oggi non allena i rossoneri. Giusto o sbagliato? Non sta a noi deciderlo. Ogni club ha la sua strategia e fa le sue scelte. Furlani e Ibrahimovic hanno intrapreso una strada diversa, anti-convenzionale diciamo, con Lopetegui prima e Fonseca poi. Al momento non sta pagando ma in futuro chissà. Intanto Conte, e Napoli, gode.