Come al solito dopo una non vittoria si parla di nuovo di esonero di Fonseca, ma è davvero così? Come stanno le cose
Non solo i risultati della squadra: anche l’umore dell’ambiente Milan è una continua altalena. Le due vittorie contro Udinese e Club Brugge avevano riportato un minimo di serenità. A quanto pare, però, era solo apparente. È bastata la sconfitta contro il Napoli martedì sera per creare di nuovo malumori, polemiche e nuova depressione sportiva. E, come sempre, ancora voci in merito ad un possibile esonero di Paulo Fonseca.
Ormai è prassi: in caso di sconfitta o pareggio, tornano con forza le solite indiscrezioni. E quindi di nuovo Allegri, di nuovo Terzic e di nuovo Tudor. Stando ad alcune indiscrezioni, dopo la partita contro il Napoli ci sarebbe stato un confronto a San Siro fra l’allenatore e i tre dirigenti rossoneri. Dirigenti che poi non erano a Milanello ieri alla ripresa degli allenamenti il giorno dopo il ko. Un confronto come tanti altri: Fonseca, come ha detto poi anche in conferenza stampa, era soddisfatto della prestazione ma non del risultato. Adesso sabato c’è il Monza all’U-Power Stadium e, stando ad alcune voci, la sua posizione sarebbe a rischio in caso di non vittoria. Ma è davvero così?
Perché Fonseca non rischia l’esonero (a meno di catastrofi)
Il Milan è atteso da tre importanti impegni: il Monza sabato, il Real Madrid in Champions League martedì e poi il Cagliari prima della sosta di novembre. Un trittico fondamentale soprattutto per il doppio impegno di campionato: c’è la possibilità di fare sei punti su sei e, anzi, deve essere il solo ed unico obiettivo. Diverso, invece, è il discorso in Europa: un passo falso a Madrid non compromette il cammino della squadra nel torneo.
Impegni ravvicinati: fra Monza e Madrid ci sono solo due giorni pieni, e basta già questo a spiegare quanto sia improbabile che la società prenda la decisione di cambiare guida tecnica con così poco tempo per lavorare. Il momento migliore per un eventuale avvicendamento è ovviamente la sosta di novembre ma ad oggi l’esonero non è un’opzione concreta, a meno di catastrofi. Mandar via Fonseca rischierebbe di essere un autogol clamoroso per la dirigenza, che manderebbe all’aria un progetto tecnico dopo soli due mesi di lavoro. Ed è giusto così: nell’attuale situazione del Milan, l’allenatore è l’ultimo dei problemi. Le questioni da risolvere sono ben altre, a partire dalle scelte sul mercato così poco in linea con quelle che sono le richieste tecniche e tattiche del tecnico.