Poche reti finora per Morata, chiamato a migliorare il suo bottino realizzativo: il resto del suo lavoro in campo è apprezzabile.
Il primo colpo del calciomercato estivo 2024 del Milan è stato Alvaro Morata, fresco vincitore dell’Europeo da capitano della Spagna. Sfumata la possibilità di prendere Joshua Zirkzee, finito poi al Manchester United, il club rossonero ha puntato con decisione su un attaccante di esperienza che anche con le sue doti da leader potesse rimpiazzare Olivier Giroud.
Lo spagnolo era reduce dalla sua migliore stagione in termini realizzativi: 21 gol (e 5 assist) in 48 presenze con l’Atletico Madrid. Una rete l’ha segnato anche all’Europeo, nel 3-0 alla Croazia nella prima fase a gironi. Anche se con le Furie Rosse non era stato molto efficace in zona gol, comunque il suo lavoro per la squadra è stato molto apprezzato e non è un caso che il commissario tecnico Luis De La Fuente lo abbia sempre schierato titolare, eccezion fatta per l’ininfluente partita contro l’Albania.
Morata anche al Milan sta confermando la sua generosità in campo e la sua propensione a venire fuori dall’area per giocare la palla. Paulo Fonseca contro Inter, Lecce e Fiorentina lo ha persino schierato come sorta di trequartista. Soprattutto nel derby era stata la mossa a sorpresa che ha aiutato i rossoneri a imporsi nella stracittadina dopo una serie di sei sconfitte di fila.
Da un po’ di partite è tornato a giocare da centravanti. Nel recente KO contro il Napoli abbiamo visto più volte Alvaro venire fuori dall’area a prendere palla, anche a centrocampo. Mancando fonti di gioco come Tijjani Reijnders e Christian Pulisic, si è preso la responsabilità di lasciare quella che sarebbe la sua zona di competenza per dare una mano nella costruzione dell’azione. Un’iniziativa da apprezzare, anche se questo significava lasciare un buco in area che non veniva riempito da nessun compagno sostanzialmente.
Come messo in evidenza da Sky Sport, Morata è 16° in Serie A tra gli attaccanti come tocchi in area di rigore: 14,1% contro il 24% del 1° della classifica, ovvero Artem Dovbyk della Roma. È invece il numero 1 per quanto riguarda azioni difensive, pressing, riaggressioni e palle recuperate. In termini di tiri nei 90 minuti lo spagnolo è precipitato in questa stagione, non arriva neanche a 2 tiri a partita.
Finora ha segnato 2 gol e fornito in assist nelle 10 presenze tra Serie A (7) e Champions League (3). Sicuramente da apprezzare la generosità e l’impegno messo in campo dall’ex Atletico Madrid, ma è anche importante che faccia sentire la sua presenza in area, dove i compagni sono chiamati a servirlo meglio di quanto fatto finora. Servono più gol da parte sua come ne servono di più anche da Tammy Abraham, finora a segno solo una volta (su rigore).