Oggi emergono nuovi dettagli riguardanti il rinvio della partita che era in programma sabato allo stadio Renato Dall’Ara: protagonisti Saputo e Scaroni.
Bologna-Milan è stata rinviata e oggi non esiste una data certa nella quale potrà essere recuperata. Salvo colpi di scena, si giocherà nel 2025. Forse a febbraio, forse a marzo.
Si era parlato dell’ipotesi di giocare mercoledì 18 dicembre, ma sarebbe stato necessario apportare delle modifiche all’attuale calendario della Serie A. Ad esempio, spostando Hellas Verona-Milan di venerdì 20 dicembre a domenica 22 dicembre. Lorenzo Casini, presidente della Lega, ha dichiarato che questa non è un’opzione presa in considerazione e ha evidenziato che ci sarebbe libero il giorno di Natale, anche si resta ancora nel campo delle ipotesi. La sensazione è che tutto slitterà al 2025, con incognite annesse.
Bologna-Milan, cos’hanno fatto Saputo e Scaroni
L’ordinanza del sindaco Matteo Lepore è stata decisiva, perché ha impedito che allo stadio Renato Dall’Ara si giocasse anche solo a porte chiuse. Venerdì Milan e Bologna sono stati in Lega per confrontarsi, però le parti erano su posizioni opposte: i rossoneri volevano giocare, anche su un campo neutro, i rossoblu no. Non è stato possibile trovare alcun tipo di accordo e alla fine è arrivata l’ufficialità del rinvio del match.
Il Corriere dello Sport oggi rivela che Joey Saputo, proprietario del Bologna, ha chiamato l’amministratore delegato Claudio Fenucci durante l’assemblea che si stava svolgendo a Milano. Gli ha comunicato che la squadra, per il grande rispetto nei confronti di una Bologna alle prese con delle problematiche dovute alla recente alluvione, non avrebbe giocato in nessuno stadio. Una presa di posizione netta, anche a costo di rischiare un eventuale 0-3 a tavolino. Non è stato possibile fare nessun tipo di “trattativa” con il club emiliano, non disposto a cambiare idea.
Il quotidiano sportivo nazionale sottolinea che Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha fatto due gesti significativi durante la riunione in Lega:
- essendo parte in causa, ha ritenuto opportuno astenersi nella votazione (a differenza di quanto accadde quando il Bologna cercò di far rinviare la trasferta di Cagliari avendo 9 calciatori colpiti da Covid);
- ha tentato di far giocare la partita a porte chiuse, ma non volendo far mancare i soldi alla gente colpita dall’alluvione. Il Milan era disposto a versare metà di quello che sarebbe stato l’incasso da mettere a disposizione degli alluvionati (500 mila euro) e cioè circa 250 mila euro.
Scaroni ha trovato un muro di fronte a sé e non è stato possibile evitare il rinvio della gara di campionato. Vedremo quando verrà trovato uno spazio per recuperarla.