I problemi difensivi del Milan non sono solo legati ad atteggiamento e attenzione: ci sono anche limiti tecnici
Il Milan non ha problemi di strutture di gioco ma di principi. Il passaggio da quelli di Stefano Pioli a quelli di Paulo Fonseca è come attraversare l’oceano con una piccola barca. Da un mondo all’altro, con e senza la palla. Senza alcun dubbio, è questa la più grande difficoltà che sta affrontando il tecnico portoghese.
Da un calcio di transizione ad uno di possesso ma soprattutto da una difesa a uomo a tutto campo ad una di zona e reparto. Fonseca lo ha spiegato perfettamente e più volte in conferenza stampa. “Non dico che sia meglio o peggio, dico solo che è diverso“, le parole che ormai il tecnico ripete ogni volta che ne ha l’occasione. E fa bene perché è giusto che tutti lo capiscano. Per un gruppo di giocatori abituato a giocare in un certo modo, lo switch mentale e tecnico non è così semplice come in molti pensano. Ci vuole tanto tempo e soprattutto tanto lavoro, collettivo e individuale. Poi però ci sono le caratteristiche di ogni giocatore, e quelle non si possono mai ignorare.
Le difficoltà di Tomori, i limiti di Pavlovic: spazio a Thiaw
Le difficoltà di Fikayo Tomori in questo inizio di stagione non sono dettate dal caso. L’errore di Firenze sul secondo gol dei viola su rimessa dal fondo è uno dei peggiori mai visti negli ultimi anni di Serie A. E, soprattutto, non sono solo una questione di atteggiamento e attenzione.
Ci sono anche dei limiti tecnici e tattici (che magari nel calcio di Pioli erano, invece, punti di forza) che il difensore inglese non è riuscito a smussare in questi primi mesi di lavoro. Tutti possono cambiare e migliorare, e quindi è opportuno essere ottimisti, ma evidentemente ha bisogno di più tempo. Un discorso simile vale per Strahinja Pavlovic, difensore fisico ed esplosivo, che tende a rompere la linea per accorciare e aggredire l’avversario (sarebbe stato perfetto per la marcatura a uomo di Pioli). Anche lui ha margini di miglioramento come Tomori, ma ad oggi i migliori difensori del Milan, per quello che è il modo di difendere di Fonseca, sono Matteo Gabbia e Malick Thiaw.
L’italiano è, al momento, il miglior centrale dei rossoneri proprio perché più idoneo a questo tipo di difesa. Attenzione e capacità di lettura, concentrazione e capacità comunicative. Come ha detto anche Spalletti in conferenza stampa: “Matteo ha fatto vedere di saper comandare il reparto difensivo, di essere un calciatore molto attento e intenso nel suo modo di fare. Mantiene sempre la linea molto alta, parla spesso con i compagni“. Insomma, non è per niente un caso che Gabbia sia diventato titolare inamovibile nel giro di poco tempo. Anche Thiaw è un difensore con quel tipo di caratteristiche: meno attento e preciso ma l’impostazione è quella. Ora che è pienamente recuperato e può sfruttare questa sosta per acquisire la giusta condizione fisica, non sorprenderebbe vedere in panchina Tomori e Pavlovic, quelli che per alcuni erano i titolari fissi, in favore di Gabbia–Thiaw, la miglior coppia possibile. Ad oggi.