Tutto per colpa di una intervista che scatenò una vera e propria bufera in casa Milan, arriva la dura ammissione
Può una intervista rovinare il rapporto con un ex club? A quanto pare sì. Anche a costo di farti capire di fare le valigie visto che non sei più gradito. In questo caso la squadra in questione è il Milan che ha dato il benservito ad un ex calciatore, ora dirigente, che ha scritto comunque pagine importanti con la casacca rossonera.
Si tratta di Zvonimir Boban. Una lunga vista con il ‘Diavolo’, dal 1992 al 2001, per un totale di 251 presenze, 30 reti e 37 assist. Dopo anni ritornò al Milan per vestire un altro ruolo, quello di dirigente, anche se le cose non andarono affatto come sperava. Ne ha parlato nel corso di una lunga intervista che ha rilasciato ai microfoni di “Radio Deejay” ospite di Ivan Zazzaroni e Fabio Caressa nel corso della trasmissione “Deejay Football Club“.
Il suo addio al Milan è dovuto per una intervista. La stessa che Boban ci tiene a definire “sacrosanta”. Nel giro di pochi mesi le cose all’interno della società sono cambiate, tanto da non ricevere più fiducia e nemmeno appoggio. Il club, all’epoca, puntava su Rangnick come figura di nuovo allenatore: “Non siamo riusciti ad avere un chiarimento. Dovetti farlo pubblicamente. Io ho fatto un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ corretta e mi licenziarono per giusta causa. Siamo ancora in tribunale“.
Non ha problemi con nessuno, nemmeno con Paolo Maldini che reputa un amico. Boban, però, è una persona che non ha peli sulla lingua e dice sempre quello che pensa. Lo ha confermato proprio a Caressa e Zazzaroni. Guai, però, a dire che abbia il dente avvelenato con il Milan visto che i problemi sono con la proprietà.
Addio non solo al Milan visto che ha lasciato la posizione di board della Uefa (di cui era membro da più di tre anni) per colpa di un rapporto, per nulla ottimale, con il numero uno Aleksander Ceferin. Quando gli è stato chiesto se non fosse adatto a ricoprire certi ruoli dirigenziali la risposta non si è fatta attendere: “Forse sì. Alla FIFA sono andato via perché avevo voglia di provare col Milan visto che Paolo mi aveva chiamato per aiutarlo. Dalla UEFA sono andato via per principi ma bisogna entrare nel merito delle cose“.