A Singapore il pilota della Red Bull ha fatto discutere, non solo per le sue prestazioni in pista: ecco cosa è successo nell’ultimo GP.
Il Gran Premio di Singapore è stata l’occasione per rivedere un Max Verstappen davvero competitivo. Infatti, ha concluso la gara al secondo posto alle spalle di Lando Norris, che adesso in classifica generale si è portato a -52 punti dal campione olandese.
Anche se è stato sconfitto dal rivale, il pilota della Red Bull ha comunque disputato un weekend totalmente diverso rispetto a quelli a Monza e a Baku. A Marina Bay è tornato su ben altri livelli e probabilmente ha ottenuto il massimo possibile dalla sua RB20, inferiore alla MCL38 da qualche gran premio. Non vince da otto gare e ne mancano sei (più tre Sprint) da disputare, può succedere ancora di tutto, anche se lui rimane il favorito per la corsa al titolo della F1.
F1, Max Verstappen: la polemica a Singapore
A Singapore non si è parlato solamente di pista e in generale di questioni sportive, ma anche di altro. Ad esempio, Mohammed Sulayem, presidente della FIA vuole porre un freno alla diffusione di team radio contenenti parolacce e chiede anche ai piloti di contenersi nel linguaggio durante i gran premi. Una presa di posizione che non è piaciuta a qualche pilota, compreso lo stesso Verstappen, che nella conferenza stampa del giovedì aveva utilizzato una parolaccia come “esempio” nella sua risposta ed era stato sanzionato con l’obbligo di compiere lavori di pubblico interesse.
Un provvedimento che ha sorpreso Max, il quale per protesta si è presentato nella conferenza stampa post-qualifiche rispondendo solo con monosillabi o quasi alle domande dei giornalisti. A questi ha poi dato appuntamento fuori dalla sala stampa della consueta conferenza organizzata dalla FIA. Uno schiaffo a Sulayem e alla Federazione Internazionale. Il tutto si è ripetuto anche dopo la gara, visto che il pilota olandese non ha cambiato atteggiamento e ha dato risposte brevissime ai quesiti che gli sono stati posti.
Il tre volte campione del mondo è anche arrivato a minacciare di lasciare la F1, perché è strada intrapresa: “Per me smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso, non cambierò. Anche queste cose decidono sicuramente il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare queste sciocchezze. Non so quanto la FIA prenda sul serio le mie parole, ma quando è troppo è troppo“.
Lando Norris e Lewis Hamilton si sono schierati con lui. E non sono gli unici. Alexander Wurz, presidente della GDPA (il sindacato ufficiale dei piloti della F1), ha parlato in modo chiaro Formel1.de: “Quante ore di servizi di pubblico interesse avrebbe dovuto fare Gunther Steiner? È stato glorificato per aver utilizzato un linguaggio volgare. Netflix lo ha trasmesso in tutto il mondo senza problemi e ora improvvisamente si cambia direzione? I piloti devono avere il diritto di esprimersi in modo autentico, entro una certa misura, senza essere offensivi o discriminatori. La sanzione a Verstappen è troppo severa“.
Le parti cercheranno di raggiungere un accordo nell’interesse di tutti. Come aveva detto lo stesso Verstappen giovedì scorso, basterebbe non trasmettere in diretta quei team radio che contengono parolacce e il problema non si porrebbe.