Pure il WWF cerca di ostacolare i piani del club rossonero per la costruzione di un nuovo impianto sportivo: i dettagli.
Domenica sera c’è il derby e questa è sicuramente la priorità del Milan nell’immediato, ma guardando al futuro ci sono più obiettivi da raggiungere. Uno di questi è la realizzazione di uno stadio di proprietà.
Dopo aver definitivamente bocciato l’ipotesi di ristrutturare il Giuseppe Meazza, la società rossonera continua a portare avanti i piani sull’area San Francesco di San Donato Milanese. Ma sono emerse due novità. La prima è che non è escluso che possa esserci una convivenza con l’Inter anche in caso di trasferimento nel comune che si trova a sud di Milano. La seconda è che risputata l’idea di rimanere in zona San Siro costruendo un nuovo impianto sportivo assieme ai nerazzurri.
Rimanere nell’area di San Siro era il piano originario del 2019, quando i due club hanno lavorato fianco a fianco senza poi riuscire ad arrivare al traguardo. Un ostacolo era il vincolo culturale sul secondo anello del Giuseppe Meazza che potrebbe scattare nel 2025, impedendo la demolizione dello storico stadio milanese. Ma la Soprintendenza di Milano ha ammesso che se l’impianto diventasse di proprietà privata tale vincolo non scatterebbe automaticamente e sarebbe così possibile procedere con la demolizione, che potrebbe essere anche solo parziale e volta a una rifunzionalizzazione della Scala del Calcio. Proprio come era stato stabilito nel 2019-2020.
Costruire un nuovo stadio in zona San Siro sarà comunque qualcosa di non semplice, l’opposizione in città non è poca e viene da più parti. Per questo, ad oggi, San Donato Milanese sembra essere il piano A per il futuro. Chiaramente, pure su questo versante non mancano i problemi. C’è chi si oppone e l’ultimo che si infilato nella questione è il WWF.
Nello specifico, si tratta dell’associazione WWF Martesana Sud Milano. Come rivelato da Il Giorno, essa ha presentato ricorso tecnico al TAR contro la società Sportlifecity e il Comune di San Donato per verificare attraverso un accertamento tecnico preventivo lo stato effettivo dell’area San Francesco, essendo una zona umida e sede di una grande biodiversità che presto dovrebbe essere recitata per avviare dei lavori di bonifica.
Il WWF si era mosso già a giugno presentando una diffida alla Sportlifecity e chiedendo il blocco dei lavori alla Prefettura, la quale si era dichiarata non competente sulla materia. Successivamente è stata proposta l’istanza per richiedere l’inserimento dell’area nel Piano di Indirizzo Forestale e il riconoscimento di vincoli ambientali. Non avendo ricevuto le risposte auspicate, è stato deciso di interpellare il TAR. Il ricorso verrà discusso nelle prossime settimane.