La nostra intervista al giornalista sportivo Xavier Jacobelli per analizzare la situazione difficile del Milan.
Inizio di stagione complicato per la squadra di Paulo Fonseca, che dopo un pre-campionato incoraggiante non è riuscita ottenere i risultati sperati. Ma non solo, anche le idee di gioco dell’allenatore si sono viste pochissimo. E dopo il brutto KO contro il Liverpool in Champions League, sembra che il derby contro l’Inter possa già essere un ultima spiaggia per il portoghese. Una nuova sconfitta potrebbe provocarne l’esonero.
Oltre al tecnico, anche i giocatori e i dirigenti sono al centro delle critiche di media e tifosi. Ciascuno ha le proprie responsabilità con cui dover fare i conti. Vedremo se nella sfida stracittadina ci sarà una reazione di orgoglio per evitare di perdere il settimo confronto di fila con i nerazzurri. Per parlare della situazione attuale del Milan abbiamo intervistato il noto giornalista Xavier Jacobelli, editorialista di Corriere dello Sport e Tuttosport.
MilanLive intervista Xavier Jacobelli
Brutto inizio del Milan, inguardabile soprattutto nell’ultima partita contro il Liverpool. Cosa pensa di questa situazione?
“Sono rimasto spiacevolmente sorpreso dall’esito della partita contro il Liverpool. Non tanto per la sconfitta, netta e meritata, ma per l’atteggiamento della squadra. Dopo la rete di Konaté si è sfaldata. Fatico a pensare che questo sia il vero Milan, soprattutto in Champions League. È evidente che rispetto al successo contro il Venezia, i rossoneri abbiano fatto dieci passi indietro. Questo dipende sicuramente dalle scelte dell’allenatore, ma anche dalla squadra. I giocatori devono dimostrare sul campo, soprattutto quando si tratta di una partita decisiva come si preannuncia il derby, di saper reagire da Milan. Comprendo la delusione della tifosi“.
Si aspettava che il Milan potesse avere una partenza così difficile con un nuovo allenatore, dei nuovi giocatori e i cambiamenti che ne derivano?
“Il pre-campionato era stato incoraggiante, anche se sappiamo che il valore dei test estivi sia sempre relativo. Quando si inizia a fare sul serio, può diventare un problema per un allenatore il fatto di non aver avuto da subito un organico completo. Il Milan ha mostrato dei problemi palpabili, la fragilità difensiva su tutti. Contro il Liverpool il punteggio finale avrebbe potuto essere più netto. Purtroppo, questa squadra non ha un leader vero e proprio, ha solo degli aspiranti leader. Non ha quel giocatore capace di scuotere i compagni nei momenti di difficoltà. Il migliore in campo a San Siro è stato Abraham, che da subentrato si è sgolato inutilmente per rianimare una squadra esangue. Se il migliore in campo è l’ultimo calciatore arrivato, c’è qualcosa che non funziona. Il derby è già diventato un crocevia decisivo, anche perché il Milan viene da sei sconfitte di fila contro l’Inter. In questo momento ci deve essere una grande reazione di orgoglio milanista da parte della squadra. Non ci sono alternative“.
Che idea si è fatto di Paulo Fonseca?
“Credo che abbia il diritto di non essere giudicato dopo quatto partite di campionato e una di Champions League, per quanto così negative. Purtroppo, quando le cose non vanno bene, il primo a fine sul banco della critica e a pagare è l’allenatore. Fonseca non ha l’unico acquisto che gli sarebbe servito e che non si può fare sul mercato: il tempo. Il tempo è ciò che gli manca, perché quando alleni il Milan sai benissimo che l’obiettivo è vincere. Ora che ha poco tempo, il derby bussa alla porta e l’Inter ha disputato una buona prova a Manchester contro il City. I nerazzurri partono favoriti, anche se la storia insegna che a volte la squadra sfavorita vince. Il Milan deve ritrovare uno spirito da squadra. Per opporsi al Liverpool bisognava battersi col massimo ardore. Nel calcio si vince e si perde, ma c’è sempre modo e modo“.
Fonseca rischia l’esonero in caso di sconfitta nel derby. Eventualmente, il club farebbe meglio ad affidarsi a un tecnico italiano invece di scegliere di nuovo uno straniero?
“Puntare di nuovo su un allenatore straniero rappresenterebbe una sorta di gioco dell’oca, perché anche in questo caso bisognerebbe concedere il tempo necessario per fargli capire la situazione e come rimettere in careggiata la squadra. Fonseca merita il massimo appoggio da parte della società. I tifosi, al netto dello scetticismo con cui hanno accolto l’arrivo di Fonseca, vogliono soprattutto una prova di orgoglio dalla squadra . Hernandez e Leao sono due giocatori di altissima qualità e devono essere quelli prendono in mano la squadra e la scuotono. Devono partire da loro stessi, fornendo prestazioni corrispondenti alle aspettative“.
Theo Hernandez e Rafael Leao sono alla sesta stagione a Milano, devono dare qualcosa in più e dimostrare che tipo di calciatori vogliono essere. È un anno verità per loro?
“Sì, per loro il Milan ha anche resistito a delle richieste durante il calciomercato. Sono quelli più considerati dalla società per ciò che hanno fatto sul campo in questi anni e tocca a loro scuotere sia se stessi che i compagni. Mi rifiuto di pensare che siano quelli che abbiamo visto in questo primo scorcio di stagione”.
Zlatan Ibrahimovic è stato criticato per alcune assenze recenti. Che opinione si è fatto dello svedese come dirigente?
“Il problema non è che Ibrahimovic sia presente o meno a Milanello o allo stadio. Il problema è in primis la squadra. Quando giochi nel Milan, devi sapere che in ogni partita devi onorare la maglia che indossi. Zlatan sta vivendo una nuova esperienza. Un conto è essere stato un grande calciatore e un altro è passare dall’altra parte, ora sta maturando le esperienze che ogni nuovo dirigente deve maturare, nella buona e nella cattiva sorte. Ma il problema non è Ibra, il problema è che la squadra si scuota e reagisca“.