Intervista esclusiva a Michele Tossani, giornalista e match analyst, per analizzare nel dettaglio Milan-Liverpool
Cinque partite, solo una vittoria. Il Milan e Paulo Fonseca non potevano iniziare peggio la nuova stagione. Ieri è arrivata un’altra sconfitta, la seconda in stagione, contro il Liverpool al debutto in Champions League. Perdere coi Reds ci può stare, ma non come hanno fatto i rossoneri, che hanno confermato le enormi lacune in tutte le fasi di gioco.
In fase difensiva il Milan è un totale disastro: il Liverpool ha dominato in lungo e in largo, rispondendo senza troppi problemi al vantaggio iniziale di Pulisic. Ma la squadra di Slot ha avuto vita facile anche grazie alle gentili concessioni dell’avversario, che non ha saputo ostacolare la prima costruzione di Van Dijk e compagni, sia sull’esterno che centralmente. Per approfondire l’aspetto tattico del match, abbiamo intervistato in esclusiva il giornalista e match analyst Michele Tossani.
La fase difensiva continua ad essere debolissima, un castello di carte facile da far crollare. Anche col Venezia il Milan ha sofferto per 10-15 minuti. Il 4-2-4 in non possesso ti convince?
“Non mi ha convinto più di tanto per un semplice motivo. Il Milan ha tentato di chiudere i corridoi centrali e ci è riuscito per i primi 15 minuti ma ha lasciato spazio all’esterno, anche perché Leao e Pulisic erano nei mezzi spazi, quindi facevano linea con Reijnders e Morata sulla prima pressione. E questo ha comportato il fatto che erano i due mediani che dovevano scivolare esternamente per prendere i terzini e questo ha provocato lo svuotamento del centro del campo che poi, con una semplice palla esterna palla interna, arrivavano gli attacchi. Dopo i primi 15 minuti, il Liverpool ha trovato facilmente l’uomo oltre i 4 offensivi del Milan, e quindi con due passaggi in verticale il Liverpool si trovava faccia alla porta con tutti i giocatori offensivi”.
Quanto il Milan secondo te sta soffrendo il passaggio da un sistema uomo su uomo a questo nuovo modo di difendere?
“Non credo sia quello il problema: il Milan l’anno scorso, che giocava uomo su uomo, andava comunque in grande difficoltà. Io credo che il problema riguardi sia la selezione dell’undici di partenza, sia la disposizione iniziale e sia il calcio che si vuol giocare”.
La sensazione è che il Milan non sia troppo convinto di quello che viene chiesto di fare oppure, ancora peggio, che non l’abbia ancora capito: quale delle due secondo te?
“I giocatori del Milan stanno provando a mettere in pratica quello che gli chiede l’allenatore ma hanno delle difficoltà. Più si prolungano le difficoltà nel tempo, più in giocatori di quel livello si instaura il dubbio che quello che stanno facendo non funzioni. Questo ingigantisce il problema”.
Male il Milan anche con la palla: ieri Fonseca ha riproposto questa sorta di rombo in mezzo con Pulisic stretto e vicino a Reijnders e Loftus-Cheek, ma stavolta senza risultati. Come valuti questo tipo di soluzione?
“La domanda è: ma questi giocatori possono giocare insieme? Con Pulisic e Leao, il Milan ha due attaccanti più Morata. Questo sistema può reggere un trequartista? Non è meglio una mediana a tre? Chi rientra? A questa squadra manca Saelemaekers come il pane, era l’unica ala vera, tornante, che dava una mano in difesa. Il problema riguarda i compiti assegnati, quali vengono messi in campo e quali contemporaneamente e il tipo di calcio che viene giocato. Per me questa è una squadra che può dare il meglio con un blocco medio, in ripartenza piuttosto che cercare di fare la partita. Ma anche il blocco medio devi strutturarlo in maniera diversa. Col Liverpool hanno provato a farlo e ha funzionato solo per 15 minuti. Vanno modificate le posizioni, le funzioni e anche la struttura delle due fasi”.
Quindi sei team Boban: è una struttura da 433 una possibile soluzione?
“In fase difensiva potrebbe strutturarsi sempre con un 4-4-2 ma chiedendo maggior sacrificio a Pulisic, mentre in possesso sì, 4-3-3”.
Fonseca ha ancora possibilità di riprendersi? Considerando che fra pochi giorni c’è il derby.
“Deve fare bene al derby, cioè non perdere, o, in caso contrario, sperare che la dirigenza abbia la pazienza di aspettare”.
Intanto si parla di un possibile esonero e del probabile arrivo di Terzic.
“Come De Rossi, esonerare un allenatore dopo così poco tempo è una sconfitta per la dirigenza. Hai varato un progetto e poi ti rimangi tutto. Le uniche motivazioni che possono giustificare un esonero sono legate ad un certo numero di giocatori che non seguono l’allenatore: se non si verifica questa ipotesi, mi sembra un po’ prematuro. Se la squadra non segue l’allenatore, allora, come marito e moglie, ognuno a casa sua. Terzic è un buonissimo allenatore come Fonseca, ma il pesce puzza dalla testa. I problemi non si risolvono cambiando sempre allenatore, a meno che non ci sia una scollatura con la squadra come ho detto”.