Boban propone il 4-3-3, ma è davvero la soluzione? Come giocherebbe il Milan e perché non basta

Come giocherebbe il Milan con il 4-3-3: è davvero la soluzione dei problemi? Cambiare sistema di certo non basta

Anche Zvone Boban, come i tifosi, rilancia: il 4-3-3 è la strada maestra. Partiamo però da un presupposto: nel calcio di oggi i moduli non esistono. I ruoli sì, ma non nel senso più comune del termine. Esistono le posizioni e le relazioni (diffidate da chi li contrappone), i principi e le funzioni. Tutto questo si costruisce col tempo e con il lavoro; di certo, non funziona accendendo un interruttore.

Come giocherebbe il Milan con il 4-3-3
Paulo Fonseca (ANSA) – MilanLive.it

L’idea di cambiare modulo è simile al concetto di interruttore: non è così semplice, e magari lo fosse. Fonseca ha un Everest da scalare e per questo ha bisogno di tutto il supporto possibile. Ma soprattutto ha bisogno di essere convincente agli occhi dei giocatori. La sensazione, da queste tre partite, è che non lo siano al 100% ma solo in parte. Fiducia incondizionata nei confronti del mister, persona di spessore e allenatore capace; saprà trovare il codice segreto per aprire la cassaforte (altro che interruttore) e far svoltare il Milan. E questa svolta può arrivare, magari, cambiando alcune posizioni e alcune funzioni in tutte le fasi di gioco.

Come giocherebbe il Milan con il 4-3-3: da solo non basta

Il problema più grave dei rossoneri è la fase difensiva. Quando Boban dice che due mezzali di ruolo potrebbero aiutare gli esterni Pulisic e Leao ha sicuramente ragione. Il problema, però, è che il famoso 4-3-3, in realtà, lo abbiamo già visto (e comunque non ha funzionato).

Come giocherebbe il Milan con il 4-3-3
Milan-Torino – MilanLive.it

L’immagine sopra è nei primi minuti di Milan-Torino: Loftus-Cheek e Pulisic sono gli interni di centrocampo, Bennacer il mediano. Risultato? Rossoneri sotto di due gol a zero poco prima dell’ora di gioco. Le posizioni in fase di non possesso sono poi cambiate nelle altre due partite, con un Milan in versione 4-4-2 stretto senza la palla (cioè quella che avevamo visto nella pre-season).

Adesso le cose sono cambiate (e anche gli uomini) e forse riproporre quella struttura in fase di non possesso può essere una soluzione: quindi Fofana vertice basso, Reijnders a sinistra e uno fra Musah e Loftus-Cheek dall’altro lato. Certo che la situazione può migliorare, certo che così i giocatori si troverebbero nelle loro posizioni preferite, ma senza l’atteggiamento giusto e principi funzionanti e funzionali a nulla servirebbe.

Per il resto la formazione non cambierebbe di una virgola rispetto a quella vista sempre: linea a quattro con Emerson Royal, con Tomori e Pavlovic, con Theo Hernandez a sinistra. In attacco il tridente: Leao, Morata e Pulisic. Uguale ad oggi, uguale alla formazione col Torino. In fase di possesso, come ci ha spiegato Luca Diddi, chi potrebbe giovarne, con un cambio di posizione e di ruolo inteso come funzione (!!!), è Reijnders.

Sul centro sinistra sarebbe lui a decidere quale spazio occupare – a seconda delle situazioni di gioco -, se partecipare alla costruzione o se lasciarla ai difensori più Fofana e quindi avanzare di qualche metro, se connettersi con Leao e Theo Hernandez e quando farlo. Un ruolo flessibile rispetto a quello più rigido di adesso e dello scorso anno – dove si ritrova impegnato e anche incastrato in costruzione e con troppe preoccupazioni -, libero quindi di fare quello che faceva all’AZ e fa con l’Olanda: esprimere il suo enorme talento come meglio crede.

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