Un titolare potrebbe partire dalla panchina nella prima partita post-pausa nazionali del Milan: una scelta che ha una logica precisa.
C’è la sosta e Paulo Fonseca deve rinunciare a tanti giocatori che sono stati convocati dalla rispettiva nazionale. Avere un gruppo numeroso a Milanello gli avrebbe fatto comodo, visto l’inizio di stagione negativo, però non è stato possibile.
Sono partiti Mike Maignan, Theo Hernandez, Youssouf Fofana (Francia), Strahinja Pavlovic, Luka Jovic (Serbia), Rafael Leao (Portogallo), Tijjani Reijnders (Olanda), Ismael Bennacer (Algeria), Samuel Chukwueze (Nigeria), Yunus Musah e Christian Pulisic (Stati Uniti). A questi vanno aggiunti anche alcuni giovani che fanno parte di Milan Futuro e che a volte sono stati aggregati alla Prima Squadra.
Gli ultimi a rientrare dall’impegno in nazionale saranno Musah e Pulisic, che mercoledì 11 settembre alle 01:00 italiane giocheranno a Cincinnati l’amichevole Stati Uniti-Nuova Zelanda. Saranno a Milano solamente giovedì e, dopo una lunga trasferta, potrebbero non essere al 100% in vista del match di sabato contro il Venezia.
Se la presenza di Musah in panchina non sarebbe una grande sorpresa, diverso è il discorso per Pulisic. L’ex Chelsea è sempre stato titolare nelle prime tre giornate della Serie A e rinunciarci non è qualcosa che Fonseca farebbe a cuor leggero. Ma potrebbe essere una decisione comprensibile e saggia, considerando che poi il Milan dovrà affrontare il Liverpool in Champions League e l’Inter nel derby di campionato.
Se il capitano della nazionale statunitense andrà in panchina, molto probabilmente sarà Samuel Chukwueze ad agire come esterno destro offensivo. L’ex Villarreal è stato uno dei peggiori a inizio Serie A, deludendo molto le aspettative riposte in lui. Nelle amichevoli estive era apparso brillante, poi nelle prime partite ufficiali ha messo in campo prestazioni complessivamente non all’altezza. Può e deve dare di più.
Da capire se nel ruolo di trequartista verrà riproposto Ruben Loftus-Cheek, soluzione molto probabile, anche perché l’inglese non è andato in nazionale e lavorando a Milanello può aver accresciuto sia la sua condizione fisica sia la comprensione delle idee di Fonseca. Finora, il calcio dominante immaginato dall’allenatore portoghese non è stato applicato dalla squadra, che ha palesato grandi difficoltà sotto più punti di vista. La fase difensiva rimane un grave tallone d’Achille e serve intervenire in maniera pesante per evitare di concedere troppe occasioni agli avversari. 6 gol subiti in 3 partite rappresentano un bilancio disastroso.