Il mercato si è chiuso ma il Milan vuole ancora liberarsi di un calciatore dallo stipendio altissimo: è pronto a regalarlo
L’estate volge al termine e il calciomercato, almeno per quanto riguarda l’Italia, si è ormai chiuso. In entrata. Resta infatti ancora lo spazio per qualche uscita, soprattutto verso quei lidi esotici o quasi (si vedano Turchia e Arabia) che possono ancora permettersi di aggiungere nuovi volti alle squadre già impegnate nelle rispettive competizioni. Una possibilità che interessa, e non poco, anche al Milan, come tanti altri club italiani ancora desideroso di liberarsi di quei giocatori, definiti da tutti con il termine non proprio elegantissimo di ‘esuberi’, che ormai non rientrano nel progetto tecnico della società e dell’allenatore.
Se nemmeno un personaggio dal grande carisma e dalle enormi capacità persuasive come Zlatan Ibrahimovic è riuscito a sbrogliare la matassa riguardante alcuni degli elementi della rosa in questo momento ai margini del progetto, vuol dire che in questo calcio si sono create delle anomalie che ormai sono difficilissime da poter risolvere.
Spesso i calciatori rimangono, paradossalmente, vittime del loro stesso ingaggio. Quando un giocatore arriva a guadagnare più di quanto ha dimostrato di poter valere, finisce infatti per non rientrare nei piani né di quelle squadre che potrebbero permettersi il suo stipendio, né di quelle che non potrebbero permetterselo, ma che potrebbero dargli l’opportunità di rilanciarsi.
E così, in questo limbo esistenziale tra il desiderio di non rinunciare a un euro e quello di non gettare al vento anni importanti della propria carriera, si finisce spesso con il rimanere bloccati in una stasi che non fa bene a nessuno. Una situazione paradossale accaduta in particolar modo a quello che, non molti anni fa, era arrivato a Milano come il possibile erede in attacco del già rimpianto Olivier Giroud.
Pur di liberarsi di alcuni giocatori non più utili alla causa rossonera, il Milan quest’estate ha fatto tutto il possibile. Addirittura ha accettato di regalare il loro cartellino, sperando di poter risparmiare su degli ingaggi che potrebbero finire per pesare sulle casse nonostante un apporto alla squadra pari a zero.
E se il caso di Ballo-Touré resta spinoso, a destare maggior fastidio in casa rossonera è la situazione di Divock Origi. L’ex Liverpool resta infatti legato al Milan da un contratto fino al 2026 da 4 milioni di euro netti a stagione. Un’enormità per un calciatore che in rossonero non ha dimostrato nemmeno una briciola del suo valore, e che da anni è incappato in un’involuzione tale da fargli perdere qualunque tipo di estimatore a livello internazionale.
Per potersene liberare il Milan ha provato a offrirlo a chiunque, compresa la stessa Roma nell’ambito dell’operazione Abraham, ricevendo un costante “no, grazie”. E adesso, con il mercato italiano chiuso, sono due le speranze cui il club si aggrappa: la possibilità di una rescissione, che sarebbe comunque onerosa, visto e considerato che il giocatore difficilmente rinuncerà a cuor leggero a due annualità tanto importanti; o la cessione in extremis in un campionato con il mercato ancora aperto.
Il problema è che se club i club turchi o arabi che hanno manifestato fin qui interesse per il centravanti non hanno finora trovato l’accordo con il suo entourage per il contratto. E la sensazione è che se Origi non accetterà di abbassare, almeno in parte, le proprie pretese, potrebbe finire per rimanere per qualche mese fuori rosa, spettatore pagato in un progetto che di cui non fa più parte e di cui forse non ha mai fatto davvero parte.