È bastato un inizio di stagione zoppicante per mettere subito in discussione la figura di Fonseca: circola già il nome di Allegri ma…
Accolto in un misto di speranza e scetticismo, Paulo Fonseca aveva iniziato a far ricredere gli scettici con un pre-campionato che aveva fatto ben sperare. Le prestigiose vittorie ottenute contro alcune delle più blasonate big d’Europa, nonché la bella affermazione nell’ultimo test estivo contro il Monza dell’ex Nesta, avevano portato a guardare all’inizio del campionato con grande fiducia.
Complice un calendario forse leggermente insidioso ma tutt’altro che proibitivo, i tifosi rossoneri avevano sognato di arrivare alla terza di campionato, quando è prevista l’impegnativa trasferta romana sponda Lazio, con 6 punti in classifica. La realtà del campo però, come noto, ha detto cose molto diverse.
Ha detto che il Milan si ritrova con un solo misero punticino, frutto tra l’altro di una rimonta più di nervi che di gioco compiuta in casa col Torino alla prima giornata. Dopo che i granata avevano messo sotto il Diavolo per 70 minuti andando avanti di due reti. La successiva gara col Parma poi ha certificato le difficoltà rossonere: una difesa colabrodo e tanti errori individuali. Nonché di scelte, sia negli uomini che nella disposizione tattica, da parte dello stesso tecnico lusitano.
Accade così che, dopo appena 180′ di gioco, la figura del portoghese sia già messa in discussione. Curiosamente il tam tam della stampa locale e anche nazionale sta caldeggiando il ritorno di una vecchia conoscenza del club di Via Aldo Rossi. Uno sul quale a sua volta, ironia della sorte, ha pesato l’ombra di un altro grande ex nei suoi ultimi tre anni alla guida della Juve.
Stiamo ovviamente parlando di Massimiliano Allegri, l’allenatore che, dopo esser stato contestato anche aspramente nelle ultime tre stagioni, si ritrova ora ad incarnare il ruolo rovesciato di colui che una fetta sempre più consistente di tifosi milanisti vorrebbe (ri)vedere sulla panchina della propria squadra. ‘Corsi e ricorsi storici’, avrebbe detto il buon Giambattista Vico.
Al di là però delle inevitabili suggestioni che un tale clamoroso matrimonio porta con sé, la possibile nuova unione – col tecnico che nel 2011 portò lo scudetto alla Milano rossonera – si scontra con degli insormontabili problemi di natura tattica.
Le migliori cose fatte vedere dalla Juve dell’allievo prediletto di Giovanni Galeone sono figlie di un 3-5-2 che nel Milan diventerebbe di difficile applicazione. O meglio: ci sarebbero anche gli uomini per proporre suddetto modulo, ma resterebbero fuori troppe pedine importanti. Una su tutte Rafael Leao, inadatto al ruolo di esterno a tutta fascia e poco propenso a quello di una seconda punta veloce che affiancherebbe Alvaro Morata.
Anche Samuel Chukwueze, Alexis Saelemaekers e Noah Okafor si ritroverebbero ad adattarsi ad una disposizione tattica che non esalterebbero certo le loro caratteristiche. La stessa difesa a tre già lascia interdetti diversi addetti ai lavori che, un po’ per gioco, un po’ per provocazione, si erano dilettati nell’abbozzare la formazione tipo ‘Allegriana‘. La quadratura del cerchio appare, per ora, davvero complicata.