La riscontrata positività al Clostebol di Jannik Sinner continua ad animare il dibattito nel mondo del tennis: c’è chi rettifica la sua idea
Ci sono gli innocentisti che, forti delle spiegazioni fornite dal tennista e soprattutto della sentenza mite che l’ITIA ha deciso di applicare al campione altoatesino, difendono quest’ultimo a spada tratta. E poi ci sono i colpevolisti – per qualcuno addirittura giustizialisti – che hanno stigmatizzato la leggerezza, la superficialità, che ha portato il numero uno del mondo ad esser trovato positivo, seppur con valori davvero infinitesimali, all’ormai celebre controllo antidoping di Indian Wells.
Quando si parla di doping insomma – il caso Alex Schwazer insegna – il dibattito si fa sempre rovente. Sebbene la vicenda che ha colpito il campione di San Candido sia un po’ sui generis – ma non troppo, visto che ricalca per filo e per segno quanto accaduto al doppista Marco Bortolotti non più tardi di 10 mesi fa – la ridda di interpretazioni, accuse, giustificazioni e difese ad oltranza non smette di monopolizzare le cronache tennistiche. Il tutto a pochi giorni dal via dell’ultimo grande appuntamento dell’anno: gli Us Open di New York.
Proprio nel Media Day della metropoli statunitense, Jannik Sinner ha spiegato fino in fondo tutta la vicenda, ammettendo anche di aver dovuto fare i conti con una tensione e una preoccupazione durata sostanzialmente lungo tutto l’arco del processo. Tra coloro che, appena comunicata la sentenza di ammenda sul montepremi e sulla perdita dei punti ATP conquistati sul campo ad Indian Wells, hanno puntato il dito contro l’eroe di Malaga ci sono anche due celebri tennisti del circuito ancora in attività.
Trattasi di Nick Kyrgios, molto aspro nel suo giudizio, e Denis Shapovalov. Quest’ultimo, attraverso una frase sibillina postata sul suo profilo X, pareva essersi iscritto al club dei colpevolisti. Qualche giorno dopo però, è arrivata l’importante rettifica.
“Regole diverse per giocatori diversi“. Questo il commento a caldo dell’estroso mancino dai suoi canali social. Una frase equivoca, che potremmo facilmente interpretare come ‘Due pesi e due misure’, tipica di un presunto diverso trattamento di cui avrebbe goduto l’azzurro rispetto a situazioni vissute da altri tennisti.
Qualche giorno dopo però Shapovalov, intervistato da ‘Tennis Majors’, ha chiarito meglio il suo punto di vista. Scagionando di fatto il numero uno del mondo per il suo presunto comportamento scorretto.
“Sinceramente il mio post non aveva niente a che fare con Jannik Sinner. Per me è solo una questione di come le situazioni vengano gestite in modo diverso a seconda del giocatore. Non è giusto che alcuni tennisti siano stati sospesi per anni per contaminazione. Quando altri sono in grado di giocare e stanno solo cercando di nascondere la cosa sotto il tappeto. Ci sono un paio di atleti che non sono mai risultati positivi ma che hanno saltato un paio di test, ricevendo una squalifica di 18 mesi”, ha dichiarato Shapovalov.