Prima partita in salita per i rossoneri e per il loro calciatore con più esperienza: Fonseca ragiona sul suo futuro
Non immaginava un inizio di campionato così in salita, ma ha dovuto fare i conti con la cruda realtà. Paulo Fonseca ha visto qualche barlume di luce in mezzo a un’oscurità ancora del tutto presente. Merito del Torino di Paolo Vanoli, una squadra ben quadrata e organizzata in mezzo al campo; tuttavia c’è da sottolineare la performance opaca di alcuni interpreti rossoneri.
Alla fine ad acciuffarla sono stati i due cambi – Morata e Okafor – il che fa capire che qualche problema la formazione iniziale ce l’aveva. Fonseca ha sorpreso tutti mettendo Saelemaekers terzino sinistro, bilanciando poco la squadra che si è trovata a giocare praticamente con un difensore in meno.
Leao e Pulisic, tra i più propositivi, hanno sprecato molto davanti a Milinkovic-Savic; mentre in difesa si registrano le non brillanti marcature di Tomori e Thiaw e la poca operosità di capitan Calabria, tra i peggiori in campo. Proprio la bandiera rossonera è stato tra gli argomenti di discussione nel post partita.
Caos totale in casa Milan: c’è la rottura
Al netto di tutto, il Milan ha creato molto dimostrando la mentalità del tecnico fatta di pressing alto e tanta voglio di schiacciare l’avversario nella propria metà campo. D’altronde le occasioni sono state numerose, e alla fine va sottolineata anche la bravura del portiere dei granata che ha offerto grande sicurezza.
Ci è voluto però un guizzo di Àlvaro Morata a sistemare la partita e indirizzarla verso il pari: prima dell’ingresso del campione d’Europa tanti tiri ma poca precisione. Fonseca avrà molto di cui discutere a Milanello per migliorare, da una parte, la fase offensiva e, dall’altra, quella difensiva, ancora poco lucida per via di un Thiaw non proprio in giornata.
Infine capitolo Calabria. Al momento del cambio – minuto 83 quando in campo è entrato Okafor, autore della seconda rete – il terzino è stato bersagliato dai fischi di San Siro a dimostrazione di una prestazione non brillante a supporto della fase offensiva di Pulisic. Calabria, da uomo simbolo della squadra, non ha mostrato nessun disappunto, ma è palese ipotizzare che in testa sua abbia sofferto non poco.
Già prima dell’inizio del campionato la sua posizione non era saldissima, ora questa si complica e non è folle pensare che la società prenda provvedimenti in tal senso: sta a Ibrahimovic, oltre a Furlani, scegliere quale sarà il destino del rossonero. Tutti gli scenari sono al momento plausibili.