L’avvocato Felice Raimondo ha concesso un’intervista a MilanLive.it per parlare di alcuni temi caldi che riguardano il Milan.
Il club rossonero è attivo su più fronti e, ovviamente, il calciomercato è il tema che in questo momento interessa maggiormente i tifosi. Finora la campagna acquisti ha regalato solo due colpi, però entro fine sessione ne dovrebbero arrivare almeno altri tre.
Il Milan contemporaneamente sta portando avanti anche il progetto stadio. Pur valutando la proposta di ristrutturazione di San Siro, il piano A rimane sempre la costruzione di un nuovo impianto sportivo a San Donato Milanese. Di questo tema e non solo abbiamo parlato nell’intervista con Felice Raimondo, noto avvocato di fede milanista.
Il quotidiano La Repubblica ha svelato un po’ di dettagli del progetto di ristrutturazione di San Siro di WeBuild. Cosa ne pensi? Quali sono le principali criticità? È un progetto che può essere interessante per Milan e Inter?
“A mio avviso è un progetto che, in base a quanto appreso dall’articolo di Repubblica, si basa quasi totalmente sul ripensamento del primo anello che verrebbe dedicato in gran parte ai posti premium, riducendo moltissimo la capienza per i tifosi “non vip”. Non è chiaro, inoltre, che fine faranno gli abbonati storici del primo anello, dato che – rifacendoci ai numeri letti su Repubblica – 18.000 tifosi non premium non potranno più utilizzare il proprio seggiolino. Verranno traslocati nel secondo e terzo anello? Senza parlare dei concerti estivi a San Siro, che a causa dei lavori dovranno essere spostati altrove per 4 estati di fila: La Maura o dintorni? Immagino che non farà piacere ai residenti del quartiere. E nemmeno agli organizzatori che hanno già firmato accordi vincolanti per i concerti a San Siro (vedi l’intervista a Claudio Trotta, promoter di Bruce Springsteen per l’Italia, con due date già fissate per il 30 giugno e 3 luglio 2025)“.
Il Milan sta lavorando anche su San Donato Milanese. Quali sono le problematiche maggiori per realizzare lo stadio? Ti chiedo anche, considerando quanto emerso finora, cosa ti piaccia del piano del club e cosa eventualmente non ti convinca sull’opzione San Donato.
“A San Donato non parlerei di problematiche ma di un iter amministrativo che va seguito e che sta procedendo senza intoppi. In tal senso c’è un cronoprogramma ben preciso che per ora viene rispettato a “tamburo battente”. Per il resto, il progetto a San Donato mi sembra decisamente idoneo per un club di livello mondiale come il Milan: non solo lo stadio sarà di 70.000 posti ma il comfort sarà inevitabilmente maggiore su entrambi gli anelli (invece nella ristrutturazione di San Siro il secondo e terzo anello non verranno toccati, ergo le sedute non potranno essere allargate e rese più comode). Senza parlare del distretto commerciale: a San Siro è previsto un edificio esterno da 8.000 mq che conterrà negozi, musei, uffici, ristorante. Invece a San Donato esternamente si potrà costruire molto di più: museo da 2.500 mq, sede da 9.000 mq, hotel da 15.000 mq, distretto intrattenimento da 27.500 mq, retail commerciale 6.000 mq, negozio club 2.500 mq, somministrazione cibi e bevande 4.100 mq. Vi sembrano due progetti paragonabili? A me pare chiaro che quello di San Donato offra un impianto e una destinazione commerciale molto più all’avanguardia per il club ma anche per gli stessi tifosi che avranno servizi migliori e meglio distribuiti in tutta l’area“.
In attesa del nuovo stadio, il Milan cosa può fare per avere una decisa crescita dei ricavi?
“A mio avviso per il momento bisogna puntare molto sullo sviluppo commerciale, soprattutto nelle aree geografiche in forte espansione come il Medio Oriente“.
Tema mercato, c’è un aspetto che viene un po’ sottovalutato: le liste (Serie A e UEFA). Pensi che questo stia un po’ “frenando” il Milan nella campagna acquisti (servono delle cessioni)?
“Inevitabilmente il mercato dovrà essere svolto in coerenza con i regolamenti delle liste per la Serie A e per la CL. Ma non credo che questo stia frenando la campagna acquisti, dato che è solo uno degli aspetti che farà parte della valutazione generale. La situazione delle liste, per farla breve, è che il Milan dovrà escludere dei giocatori già presenti in rosa per far posto ai nuovi acquisti; questo sia nella lista Serie A che nella lista CL (dove le rinunce saranno anche maggiori). Le decisioni le scopriremo a fine mercato e immagino verranno comunicate con largo anticipo ai giocatori che non avranno posto in lista“.
A proposito del mercato rossonero, qual è la tua opinione al momento? E cosa ti aspetti da qui a fine sessione?
“Il club sta operando nel tentativo di colmare le lacune in rosa e per il momento a mio avviso si sta muovendo bene: Morata e Pavlovic sono due ottimi giocatori. A fine mercato tireremo le somme“.
Che idea ti sei fatto dell’attuale dirigenza rossonera? Cosa ti piace e cosa va migliorato?
“La valutazione dell’attuale Comitato Tecnico potrà essere fatta in un arco temporale maggiore di quello odierno. Ne riparleremo tra 2 o 3 sessioni di mercato, anche in base ai risultati ottenuti“.
Capitolo RedBird. L’attuale proprietà ti dà fiducia per il futuro? Ti sta convincendo il suo operato?
“L’attuale proprietà è solida e determinata a migliorare il club, quindi non sono preoccupato. Anche in tal caso, però, come sempre la valutazione andrà fatta in un arco temporale maggiore. Per il momento l’avvio del progetto U23 e l’iter a San Donato sono senza dubbio elementi positivi. Speriamo che tra questi si aggiungano pure i risultati sportivi, seconda stella in primis“.
RedBird ha un debito con Elliott, com’è noto. Ti aspetti che possa esserci l’ingresso di un nuovo azionista per “facilitare” il pagamento? E, secondo te, l’indagine sulla proprietà rossonera può aver rallentato l’eventuale arrivo di nuovi capitali?
“L’indagine potrebbe aver rallentato questo percorso ma non è detto, non possiamo saperlo con certezza. L’ingresso di un socio di minoranza può essere senza dubbio l’opportunità per ripagare il debito nei confronti di Elliott, ma credo pure che RedBird sarebbe in grado di provvedervi senza far entrare nessun socio. Vedremo da qui a un anno cosa accadrà“.