Dopo l’accoppiata Roland Garros-Wimbledon , il mondo del tennis s’inchina ai piedi di Carlos Alcaraz: ecco come è partito tutto
Arrivato a Parigi con tanti dubbi, sia relativi allo stato fisico – il dolore all’avambraccio gli aveva già fatto saltare gli Internazionali d’Italia – che sotto il punto di vista del morale (lo spagnolo aveva appena perso la seconda posizione nel ranking mondiale a favore di Novak Djokovic) Carlos Alcaraz ha alzato l’asticella del suo tennis.
Grazie a delle prestazioni scintillanti, alla capacità di giocare al meglio i punti importanti, ad una forza mentale da vero fuoriclasse, il nativo della provincia di Murcia ha prima alzato al cielo la Coppa dei Moschettieri, e poi ha concesso il bis a Wimbledon, entrando nel ristrettissimo novero di quelli capaci, alla sua età, di incamerare già 4 Major.
Borg, Wilander e Rafa Nadal: questi gli illustri predecessori del talento spagnolo, che si è anche tolto la soddisfazione di diventare il sesto della storia a vincere nella stessa stagione sia a Parigi che all’All England Club.
Affacciatosi nel 2024 con uno score di 3 vittorie e 4 sconfitte negli scontri diretti con Jannik Sinner, Carlitos ha batutto l’azzurro in due occasioni su due nella stagione in corso. La vittoria nella tiratissima semifinale parigina è stata determinante nel vincente cammino dell’erede designato di Rafael Nadal: parola di un ex campione già finalista due volte al Roland Garros ed oggi apprezzato commentatore tecnico per Eurosport.
Parlando ai microfoni della TV spagnola qualche giorno dopo il trionfo sull’erba londinese, Alex Corretja è stato chiaro nell’individuare il punto di svolta nell’annata del fenomeno iberico.
“La vittoria di Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner nella semifinale del Roland Garros è stata una vera e propria scintilla per lui. Il saper mantenere la calma è ciò che è cambiato di più in Carlos Alcaraz nelle ultime settimane. C’è un prima e un dopo la semifinale del Roland Garros, quando ha battuto Sinner dopo essere stato sotto di due set a uno“, ha esordito l’ex numero due del mondo.
“Quel giorno Carlitos ha imparato che con la sofferenza e la forza d’animo si vincono i tornei del Grande Slam. Quando non giocava il suo miglior tennis, prima pensava che questo non era sufficiente per vincere questo tipo di tornei. Invece ora sta capendo che anche senza giocare al meglio può comunque arrivare nelle fasi finali dei Major e magari vincerli“, ha concluso.
Un pensiero, quello di Corretja, ampiamente anticipato da Mats Wilander, non a caso suo ‘collega’ negli studi di Eurosport. Lo svedese, subito dopo il Roland Garros, aveva già capito che il riuscire a vincere epiche battaglie pur non giocando al 100% delle proprie possibilità fosse una dote davvero rara. Un qualcosa che avrebbe poi portato dei frutti immediati anche qualche settimana dopo, sulla mitica erba di Wimbledon.