Tifosi sotto shock dopo la notizia dell’ennesimo lutto che devasta tutto il mondo del calcio italiano: è un vero dramma
Gli Europei, ospitati in Germania, entrano nella fase più emozionante, quella dell’eliminazione diretta. D’ora in poi è vietato sbagliare. Dentro o fuori. Proseguire la corsa o fare le valigie e ritornare a casa come hanno già fatto le selezioni croata e serba che pur vantano in rosa fior di campioni.
Dunque, i tifosi delle Nazionali che sono ancora in corsa per conquistare l’alloro continentale si apprestano a fare il pieno di emozioni, a vivere match con il fiato sospeso in attesa che la prodezza di uno dei loro idoli li faccia esplodere di gioia o che quella degli avversari strozzi in gola il loro urlo di felicità. Tutt’altro mood, invece, per i tifosi italiani, ancora sotto shock dopo la notizia di un altro, l’ennesimo, lutto che sconvolge tutto il mondo del calcio italiano.
Stroncato da un infarto fulminante che lo ha colto mentre stava preparando la cena, è venuto a mancare Pietro Gasparin, 81 anni compiuti lo scorso marzo, calciatore, dirigente accompagnatore e per 35 anni nell’organigramma della sezione di Treviso della Federcalcio.
A nulla sono valsi gli sforzi per rianimarlo da parte della moglie, ex infermiera, che gli ha prestato i primi soccorsi e praticato il massaggio cardiaco, con il personale sanitario, prontamente accorso, che non ha potuto fare altro che constatarne il decesso.
Scompare così una figura di spicco del calcio trevigiano, l’unico ancora in vita della “vecchia guardia” della FIGC di Treviso dopo la scomparsa di Giovanni Pellizzer e Renato Facchinelli. Nato a Selvana, dove ha vissuto prima di trasferirsi a Carbonera, Pietro Gasparin muove i primi passi nel mondo del calcio con la maglia del Selvana, poi nel 1960 indossa quella della Silea, società cui fa ritorno dopo le esperienze all’Annonese e alla Gemeaz S. Polo.
Centravanti col fiuto del gol, bravo nelle punizioni e nei colpi di testa, un autentico ‘ariete’ dell’area di rigore, Pietro Gasparin, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, inizia la carriera di allenatore per poi virare su quella di dirigente accompagnatore, al Selvana, prima di entrare nei ranghi della sezione di Treviso della Federcalcio in qualità di addetto alle rappresentative.
Una passione per il calcio, quella di Gasparin, a 360°, tanto da aver svolto il ruolo di giudice sportivo in vari tornei giovanili, e coltivata con impegno e sacrifici senza, però, sacrificare il lavoro di disegnatore in uno studio tecnico di Treviso e gli affetti più cari: la moglie Gabriella, la figlia Giorgia, i nipoti Aurora e Martina, il genero Moreno e la cognata Bruna che ora lo piangono come tutti quelli che lo hanno conosciuto e che lo hanno apprezzato come uomo e come calciatore e dirigente.