Lunga intervista con il giornalista di O Jogo, per fare il punto della situazione in casa Milan per quanto riguarda i portoghesi rossoneri
Non solo Rafa Leao. Il Milan la prossima stagione sarà un po’ più portoghese. Il Diavolo, come è noto, ha deciso di ripartire da una guida non italiana, affidando la panchina che negli ultimi anni è stata di Stefano Pioli, a Paulo Fonseca. Una scelta che ha fatto discutere non poco.
Una scelta che non è per nulla piaciuta ai tifosi, che ora si aspettano un mercato importante per provare a competere realmente con l’Inter. Per parlare dei portoghesi al Milan, MilanLive.it ha deciso di contattare in esclusiva Pedro Cadima. Con il collega di O Jogo sono stati affrontati diversi temi: si è chiaramente parlando del numero dieci del Milan, che in questi giorni viene aspramente criticato per la sua avventura agli Europei. E’ interessante capire quale sia la percezione del talento rossonero in Portogallo. Si è poi parlato del tecnico ex Lille, che ha maturato una grand esperienza nella propria terra. Infine è stato fatto un accenno a quello che potrebbe essere il terzo portoghese a Milanello, vale a dire, Tiago Santos del Lille, obiettivo del Diavolo per il ruolo di terzino destro.
L’Europeo di Leao e l’offerta dall’Arabia
Rafa Leao ha subito molte critiche qui in Italia per il suo Europeo, cosa si dice di lui in Portogallo?
“Rafael Leão è un giocatore speciale, sembra che per lui sia tutto troppo semplice, movimenti, qualità tecniche, capacità di fare la differenza nell’uno contro uno, ma gli manca il coraggio, la voglia di fare di ogni mossa un vero attacco all’obiettivo e segnare. Il problema di Rafael in Portogallo è lo stesso di sempre, un giocatore molto dotato ma con poca forza per fare davvero la differenza.
Forse non è utilizzato così bene dall’allenatore, avrebbe bisogno di maggiore libertà per occupare anche una posizione centrale in attacco e non scivolare costantemente sul lato sinistro. È stato assente nella fase a gironi come la stragrande maggioranza degli attaccanti del Portogallo, e i cambi dell’allenatore non hanno aiutato specificamente nessun giocatore. Ma penso che possa ancora fare la differenza, segnando chiaramente un certo successo per il Portogallo in questo Campionato Europeo. Deve cercare di essere più aggressivo, attaccare meglio le zone sensibili dell’avversario, ma il mister gli deve concedere un altro tipo di libertà”
Qui in Italia per lui si è parlato di un’offerta da parte dell’Arabia Saudita, crede che sia un’ipotesi possibile?
“In merito ad un possibile viaggio in Arabia Saudita, mi sento a mio agio a parlarne. Ad JOGO, ho scritto per la prima volta di questa offerta che sarebbe arrivata dall’Arabia Saudita e da Al Hilal, per via della fortissima volontà del suo ex allenatore Jorge Jesus. Per il tecnico, che ne ha parlato con il club, sarebbe il grande investimento da fare per la nuova stagione e in vista del Mondiale per Club. Si tratta naturalmente di un passo ambizioso da parte dei sauditi, è una questione che dipende dallo sforzo finanziario che faranno. Penso che il Milan non avrà voglia di trattare il giocatore e solo se arriverà o si avvicinerà alla clausola potrà prenderla in considerazione. Quello che ho sentito è che il giocatore e suo padre avrebbero ascoltato la proposta, anche se Rafael, lasciando il Milan, era più aperto alle offerte provenienti dall’Europa”.
Il miracolo di Fonseca e il colpo Tiago Santos
Il Milan ha scelto Paulo Fonseca come nuovo allenatore, è convinto di questa scelta? Puoi raccontarci i suoi anni in Portogallo con Porto, Braga e Pacos Ferreira?
“Paulo Fonseca è un grande allenatore e una persona molto abile a relazionarsi con i giocatori, che vengono affascinati dalla sua idea di gioco e dai suoi metodi di lavoro. Gli ultimi anni del suo lavoro sono stati caratterizzati da un calcio propositivo, in cui ha privilegiato le qualità individuali dei giocatori e ha garantito buone cessioni ai club. Riguardo alla sua esperienza in Portogallo, dobbiamo parlare di un allenatore che ha attraversato tutte le divisioni, è stato allenatore in terza e seconda divisione, è cresciuto grazie al suo lavoro e ha raggiunto l’apice con un miracolo portando il Paços Ferreira al 3° posto, qualcosa che può quasi essere equiparato al titolo del Boavista”.
“Il problema si è presentato all’arrivo al Porto, non era strutturalmente e mentalmente preparato a questa sfida, è crollato sotto la pressione che avvertiva per i risultati meno favorevoli. Lui stesso ha chiesto di andarsene perché non si sentiva preparato ad affrontare tutto questo. Penso che ci siano stati mesi in cui ha gestito male le sue emozioni, non è riuscito a prepararsi adeguatamente al salto che stava facendo. Nel costruire la rosa ha anche riscontrato problemi tra i giocatori che voleva e chi glieli imponeva. Gli è mancata autorità durante la sua permanenza al Porto.
Penso che abbia riconosciuto il problema e abbia lavorato su questo aspetto, perché le buone idee di gioco, una certa freschezza tattica e una capacità di entrare in simbiosi con i giocatori, le ha sempre avute. E’ cresciuto in Ucraina, ma anche alla Roma, alle prese con un calcio difficile e una rosa non così robusta per i grandi obiettivi. Il lavoro al Lille è stato ottimo nella valorizzazione del patrimonio. Ha ottenuto un risultato in classifica ottimale con un budget ben inferiore a quello di altri club. Per quanto riguarda la scelta del Milan, penso che sia basata sull’idea di gioco che avevano in mente. Cercavano un allenatore propositivo ma anche con forti nozioni strategiche. Penso che sia un test importante dopo l’esperienza al Porto, poiché incontrerà di nuovo quella massima pressione, che può essere amore o soffocamento”.
Uno degli obiettivi di mercato del Milan è il portoghese Tiago Santos, che tipo di giocatore è ed è pronto secondo te per il Milan?
“Non posso dire molto di Tiago Santos perché non ho visto molte partite del Lille. In Portogallo era considerato un terzino molto interessante. Il suo talento è emerso all’Estoril, è un giocatore che mostra un equilibrio offensivo, oltre che un dinamismo raffinato. Al Lille è stata una piacevole sorpresa per il suo grande utilizzo e per quanto mostrato in fase offensiva. Ma non posso aggiungere altro, se non che è un giocatore con potenziale, maturato dal campionato francese e con un buon livello. Il Milan potrebbe rappresentare una sfida interessante per Tiago anche in ottica Nazionale”.