Il campione altoatesino, tornato nel suo paese natale per festeggiare il primato nel ranking, ha tenuto un discorso ‘particolare’
Casa è sempre casa. Soprattutto per uno come lui che, tenendosi sempre il più lontano possibile dalla luce dei riflettori, non ha mai fatto mistero del fortissimo legame con le sue origini. Coi luoghi in cui è nato, cresciuto e in cui – grazie al suo talento – si è imposto prima come promessa dello sci, poi come provetto campione del tennis.
Ora che il percorso è stato completato – attenzione però, perché lo stesso Jannik ha parlato del primato nel ranking come punto di partenza e non come destinazione – il 22enne di San Candido si è potuto concedere ai suoi concittadini. A Sesto Pusteria, paesino natale dell’allievo di Simone Vagnozzi, si contano poco meno di 2000 persone. Sufficienti, considerando che non tutto il paese si è recato in Municipio per accogliere il campione, per rendere un degno omaggio al figliol prodigo nuovo numero uno del tennis mondiale.
Davanti al sindaco Thomas Summerer, Sinner ha firmato il libro d’oro delle celebrità del paese. Ricevendo in cambio un sentito ringraziamento da parte del primo cittadino: “Sono contentissimo. Abbiamo ricevuto il nostro campione qui. Lui è un ragazzo estremamente normale, semplice. Proprio come a Indian Wells, si è messo a tenere gli ombrelli – pioveva, lunedì 10 giugno, in Val Pusteria, ndr – alle altre persone. Nel libro d’oro firmato da Sinner all’interno c’è scritto che Jannik, cresciuto a Sesto, è venuto a farci visita da numero uno al mondo“, ha dichiarato.
Insieme alle autorità locali, il giocatore ha incontrato anche un nutrito gruppo di bambini, allievi dei tennis club dell’Alta Pusteria. È stato in questo momento che Sinner si è rivelato per quello che è. Un campione anche fuori dal campo.
“Mi rende felice poter incontrare questi giovani ragazzini che con me sono cresciuti in un paesino normale. Voglio aiutarli a sognare“, ha esordito l’idolo locale. “Io credo che se scegliete una cosa e siete felici di farla, avete già vinto“, ha proseguito.
“Spesso si fanno scelte diverse da quelle che ci piacciono perché c’è la famiglia che ce lo impedisce. Poi il risultato può essere quello che è, non c’è il limite di voler diventare numero uno piuttosto che numero cento“, ha infine concluso Sinner acclamato dai presenti evidentemente non solo per le sue imprese sportive, ma anche per l’innegabile spessore umano.