Il campione altoatesino torna da Parigi con la soddisfazione del traguardo del trono mondiale ma anche con un fantasma che avanza
Dopo aver iniziato il Roland Garros in punta di piedi e pieno di dubbi – Jannik Sinner era stato costretto al riposo per tre settimane di fila dopo l’insorgere del problema all’anca – il tennista di San Candido era stato capace di fugare ogni dubbio sulla sua integrità fisica a suon di prestazioni convincenti.
Partendo dal match di esordio contro Christopher Eubanks fino allo splendido quarto di finale giocato contro quel vecchio volpone di Grigor Dimitrov, l’allievo di Simone Vagnozzi si era candidato con forza alla vittoria finale. Approfittando anche del ritiro di Novak Djokovic, che aveva dimostrato ancora una volta quanto fosse difficile batterlo sulla distanza di 5 set – il campione azzurro ha dovuto fronteggiare in semifinale lo scoglio Carlos Alcaraz.
Dopo tre set lo score recitava: due set a uno per Jannik. Proprio sul più bello però, come ha avuto successivamente modo di sottolineare un certo Paolo Bertolucci, sono emersi alcuni problemi di condizione atletica. Il talento spagnolo non si è fatto pregare, incamerando gli ultimi due parziali e vincendo il match. Alcaraz avrebbe poi in seguito fatto sostanzialmente lo stesso in finale contro Sascha Zverev, scalzando anche Djokovic dal secondo posto del ranking ATP. Ma non finisce qui.
Oltre ad avergli impedito di raggiungere la sua prima finale nello Slam sulla terra rossa – ed esser passato in vantaggio negli scontri diretti con l’azzurro – il talento di Murcia ha vinto il suo terzo Major su altrettante finali disputate.
Alcaraz, ora terzo nell’ATP Race del 2024, ha fatto anche un discreto passo avanti in classifica generale. Com’è noto, il nuovo Re è ora Sinner, che comanda la graduatoria con 9480 punti. Dietro di lui, ecco materializzarsi, come rivale più accreditato, proprio il campione iberico, che lo segue con 8580 punti.
Per il momento, la nuova posizione di Jannik– raggiunta grazie ad una fantastica rimonta iniziata con la vittoria di Pechino nell’ottobre del 2023 – appare al sicuro. Djokovic si è appena operato al menisco, e con tutta probabilità non disputerà nemmeno il torneo di Wimbledon, dove l’anno scorso raggiunse la finale.
Lo stesso Carlitos è chiamato alla difesa dei 2000 punti ottenuti nel 2023 grazie al trionfo all’All England Club: un’impresa sempre difficile poi, quella di ripetersi per due anni consecutivi sull’erba londinese. Sinner è chiamato però ad accumulare più punti possibili in previsione di un autunno in cui, tra il Masters 1000 cinese e Vienna – per non parlare delle ATP Finals, in cui raggiunse l’ultimo atto – potrebbe dover cedere qualche punto rispetto agli straordinari risultati di 12 mesi prima.