Con Federico Masini di Tuttosport si parla di calciomercato del Milan. Dall’affare Zirkzee-Rabiot alla conferenza di Ibrahimovic
Siamo appena ad inizio giugno ma il mercato è già entrato nel vivo. Il Milan, come lo scorso anno, promette di essere fra le squadre più attive. E lo sta dimostrando subito con l’affare Joshua Zirkzee. Sembrava ormai prossimo alla chiusura, con tanto di possibile di annuncio in concomitanza con quello di Fonseca e Camarda, ma qualcosa sta andando storto.
Quel qualcosa, in realtà, è sempre lo stesso: le commissioni. Lo stesso problema che non ha permesso al Milan lo scorso anno, sempre di questi tempi, di prendere Marcus Thuram. L’agente dell’olandese, l’iraniano Kia Joorabchian, chiede 15 milioni per concludere la trattativa; i rossoneri, che non hanno mai speso così tanto di commissioni, stanno trattando per arrivare ad una cifra più consona. Una fase di stallo che rischia di rimettere in gioco altri club. Oltre alla questione Zirkzee, con Federico Masini, giornalista di Tuttosport ed esperto di calciomercato, abbiamo parlato anche della questione Rabiot, di altre entrate e di questa attesissima conferenza stampa di Zlatan Ibrahimovic in programma domani mattina.
Zirkzee-Milan, come stanno le cose?
“Zirkzee rimane l’obiettivo primario del Milan. Il Diavolo ci lavora da ottobre, secondo il mio punto di vista, finché ci sarà una possibilità ci proverà. Il Milan si fa forte della volontà del giocatore, del voler rimanere in Italia e di voler andare al Milan dove giocherebbe titolare e dove ci sarebbe Ibrahimovic con cui confrontarsi quotidianamente e poi disputerebbe la Champions League. E’ evidente che la clausola non è un problema così come lo stipendio, venendo da una piazza come quella di Bologna. Il problema è come tutti sanno quello delle commissioni: il Milan deve capire se fare uno strappo alle sue regole etiche tenute in questi anni. Da quando ci sono gli americani, il Milan ha chiuso la porta a certe pretese degli agenti. Al massimo ha speso 2.9 milioni per Paqueta, con Leonardo dirigente. La seconda più alta fu quella di 2.8 milioni per De Ketelaere. Qui si parla di una richiesta di 15 milioni, fuori da ogni logica, tra virgoletta, ma se qualcuno si mette nei panni di Kia si può capire il suo ragionamento. Se non ci fosse stata la clausola, il Bologna sarebbe partito da una base di 60 milioni. Hojlund è stato venduto a 70+10 di bonus.
Come si risolverà la questione commissioni?
“Il valore di Zirkzee a 40 milioni è tra virgolette quasi di saldo ed è evidente che lui dica che per arrivare al vero valore di Zirkzee bisogna pagare le commissioni. E’ un discorso da procuratore e una società non lo accetta. Bisognerà vedere fino a che punto si spingerà il Milan. Non sono così convinto che voglia arrivare agli 8-10 milioni, che non ha speso per Thuram e Taremi, che erano inferiori. Se si riesce a superare questo scoglio in qualche modo, credo che Zirkzee arriverà al Milan, altrimenti il tavolo salterà. Io però non sono così convinto che ci sia questo forte interesse di altri club perché l’Arsenal è su altri obiettivi. Il Manchester United ha speso 80 milioni lo scorso anno… Poi c’è la Juventus, ma quella bianconera può essere una manovra di disturbo. Giuntoli sta trattando con Kia per con Douglas Luiz e magari, sapendo di una telefonata del Milan con la mamma di Rabiot, ha deciso di disturbare il Diavolo per Zirkzee. Sono i giochi del mercato che si fanno ogni anno. Secondo me il Milan si fa forte della volontà di Zirkzee, ora bisognerà vedere se il giocatore avrà anche la forza con il suo agente di fargli abbassare le sue pretese”.
Zirkzee potrebbe costare massimo 55 milioni di euro, tra commissioni e cartellino. Non c’è il rischio che le alternative costino di più?
“Anche per Guirassy c’è un discorso di commissioni alte per lo stesso motivo, avendo una clausola di 17,5 milioni. Il suo agente chiede 10 milioni alla firma più 5 milioni di ingaggio. Forse il giocatore che può costare meno è Jonathan David, ma al Milan ci hanno fatto capire che non è il nove che interessa tecnicamente o tatticamente. Altri costano dai 50 milioni in su: Gimenez va per questa cifra li. Anche Dovbyk costa tanto vista la clausola da 40 milioni e chiaramente ci sarebbe un discorso di commissioni. Sesko, poi, è uscito dalla lista ma costava almeno 65 milioni e di Gyokores nemmeno ne parliamo. 55 milioni potrebbero essere, davvero, un prezzo non così folle”.
Prima accennavi a Rabiot. C’è davvero qualcosa di concreto per il centrocampista francese?
“Il Milan una telefonata può averla fatta. Sarebbe una mossa intelligente. Il Milan cerca un centrocampista fisico e Rabiot ha dimostrato di avere una fisicità con cui in Serie A fa la differenza però poi bisognerà capire i costi. Forse non ci sono richieste di commissioni alte. All’epoca quando arrivò alla Juve, a bilancio fu messo un milione e mezzo. La richiesta di stipendio però è di 7-7,5 milioni di euro e a questo punto mi chiedo: il Milan non vuole dare 7/8 milioni a Theo e Maignan, che senso avrebbe darli a Rabiot, con il rischio di fare arrabbiare di più due colonne della squadra? Credo che i rossoneri, come è giusto che sia, una telefonata l’abbiano fatta. Non so però se Rabiot decidendo di lasciare la Juventus non voglia poi vivere un’esperienza lontano dall’Italia…”
Dopo l’attaccante, quale sarà il colpo che metteranno a segno Moncada, Ibra e Furlani?
“Il Milan sta cercando un terzino destro, ma secondo me non è una priorità. Fossi io il Milan andrei su un centrale se non due, ma in questo caso servirebbe l’uscita di uno di quelli c’hai in rosa, tra Kalulu e Thiaw, tenendo Tomori. Io prenderei un titolare da affiancare all’inglese e sacrificherei il tedesco che non mi è sembrato crescere molto nel corso dell’ultima stagione. Poi c’è il francese che può fare il terzino, per questo dico che non è una priorità l’esterno basso. Poi ci sono Calabria, Florenzi e volendo Jimenez. Non capisco questa voglia di spendere 20 milioni e passa per un terzino destro. Il centrale lo prenderei mancino, ci sono tanti nomi. Se ci fosse un portafoglio illimitato – va detto che il Milan ha una discreta disponibilità economica, ma gran parte del budget andrà per l’attaccante – andrei su Buongiorno, altrimenti vedremo quali saranno le opportunità. Poi bisognerà prendere un centrocampista difensivo che porti equilibrio. Tutti quelli che hai in rosa sono portati ad andare avanti che indietro. Adli può essere una buona alternativa, ma serve un titolare in quel ruolo, con caratteristiche che mancano da quando sono andati via Kessie e poi Tonali”.
Al Milan manca un’anima italiana. E’ un problema?
“Avere uno zoccolo duro italiano, che possa trasmettere più facilmente un dna rossonero può dare una mano. Basta vedere sull’altra sponda del Naviglio, certamente ha aiutato avere diversi italiani. Il Milan ha intrapreso da anni un’altra strada, dettata anche dalle regole del Decreto Crescita e dal fatto che in Italia è spesso più complicato acquistare sia per l’indice di liquidità sia per le richieste fuori portata dei club. C’è però la dimostrazione, come ha fatto l’Inter, che si possono aggirare le richieste, magari inserendo dei giovani o fare dei prestiti con obbligo. Io credo che qualche giocatore italiano in più servirebbe e probabilmente con la creazione dell’Under 23 ci sarà la possibilità di far crescere più i ragazzi, creando magari quell’anima italiana o di crescita calcistica italiana”.
Domani ci sarà la conferenza stampa di Zlatan Ibrahimovic. Cosa hai pensato quando hai ricevuto la comunicazione da parte del Milan?
“Mi sono detto ‘era ora!’ Finalmente Ibra parla e ci mette la faccia. Da quando è diventato consulente della proprietà mi ricordo una frase a margine di un Gp di F1, una frase riportata per mezzo stampa per smentire contatti con Conte e un’altra frase intercettata ad un evento non di calcio. Adesso Ibra ci mette la faccia e il fatto che sia lui al 99% ad annunciare il nome dell’allenatore è come dire “Su questa scelta c’è anche il mio nome”. Domani parlerà, magari non ci dirà i dieci nomi del mercato del Milan, ma ci darà indicazioni su quali prospettive ci aspettano. Il fatto che ce lo dica uno schietto e di calcio come Ibra questo è molto positivo. Lo vedremo più spesso? Può essere che dopo sei mesi di scuola, tra virgolette, e aver capito come muoversi da dirigente, ora Ibra vuole metterci la faccia sul nuovo Milan e credo dunque che lo sentiremo di più nella prossima stagione”.