Sinner, gli hanno voltato le spalle quando più avrebbe avuto bisogno del loro supporto: il tradimento è servito.
Diciamoci la verità: agli ottavi di finale del Roland Garros abbiamo sudato freddo. È stato così alto e concreto il rischio che Corentin Moutet mettesse Jannik Sinner ko, che quella giocata nella giornata di domenica è stata una delle partite più toste degli ultimi mesi. Almeno inizialmente, quando il francese ha messo sotto pressione l’azzurro e rincorso il sogno di lasciarlo a zero nel primo parziale.
Sappiamo che, fortunatamente, nulla di tutto ciò è poi realmente accaduto. Al rientro in campo la musica è decisamente cambiata e nulla più ha potuto il tennista d’Oltralpe contro l’aspirante numero 1 del mondo, che non si è più lasciato intimorire né dal gioco e né dal comportamento sui generis del suo avversario. Un comportamento che in tanti avrebbero patito ma al cospetto del quale, invece, il nativo di San Candido è rimasto freddo e lucidissimo.
Pare però, così si dice al di là delle Alpi, che non sia stata tutta farina del suo sacco. Che Sinner abbia giocato bene, certo, ma che la sconfitta di Moutet non sia attribuibile solo ed esclusivamente a questo. Un altro fattore potrebbe aver influito sull’esito di questo match, come ha insinuato il coach del francese Petar Popovic. A margine della partita, l’allenatore si è lasciato andare a delle considerazioni, piuttosto inaspettate, sul presunto colpo di scena che avrebbe influenzato l’andamento della gara.
Sinner, questo spiega tutto: ecco perché è andata così
Il riferimento di Popovic è ai tifosi presenti in tribuna, che avrebbero “tradito” il padrone di casa negandogli il calore ed il sostegno che ci si sarebbe aspettati in una partita del genere. “Ha iniziato molto bene con un set e una break ma sono rimasto deluso per lui che il pubblico non ha spinto di più. Le sue prime tre partite sono state folli sulle tribune“.
“Contro Sinner ha dato tutte le ragioni al pubblico per accendersi, ma loro non l’hanno fatto. Troppe persone sono venute come a teatro solo per fare foto ed essere lì. Penso che se si fosse giocato sul Lenglen, sarebbe stata un’altra partita“. Il fatto che la gara sia andata in scena sul rosso dello Chatrier, campo centrale del complesso parigino, non sarebbe insomma stato d’aiuto, sostiene l’allenatore del tennista eliminato agli ottavi da Sinner. “L’unica possibilità di batterlo – ha osservato ancora Popovic a proposito dell’azzurro – era che ci fossero 10.000 persone dietro Corentin“.
Non ha fatto nessun riferimento al fattore pubblico, dal canto suo, Moutet, che ha anzi ammesso di essere, ad un certo punto, crollato di fronte ad un giocatore dinanzi al quale non si dovrebbe mai “abbassare il livello di gioco”. Un’autocritica molto lucida e razionale, la sua, in cui non c’è stato spazio per alcun ipotetico “tradimento” perpetrato nei suoi confronti.