Charles Leclerc ha vinto a Montecarlo per la prima volta in carriera e ha raccontato di averlo fatto subito dopo aver tagliato il traguardo
Il pilota monegasco è riuscito nell’impresa di aggiudicarsi il Gran Premio di casa alla terza pole position conquistata. Tutto liscio dal via fino alla bandiera a scacchi, con una “processione” che non ha visto sorpassi o colpi di scena.
Dopo aver atteso tutta la carriera questo momento finalmente è arrivato. Charles Leclerc è diventato profeta in patria al terzo tentativo di partenza dalla pole. Nelle due precedenti occasioni aveva sempre avuto un contrattempo, che fosse la strategia sbagliata sotto la pioggia o una sospensione che gli impedisse di prendere il via. Il monegasco questa volta è stato perfetto, soprattutto al sabato, dove ha tirato fuori quel qualcosa in più degli altri per aggiudicarsi la pole position. Il resto è venuto di conseguenza, con una domenica in cui è bastato non fare errori.
La bandiera rossa causata dall’incidente di Sergio Perez e Magnussen ha reso necessaria una ripartenza, annullando anche il discorso del cambio gomme. Oltre settanta giri con le mescole più dure, a gestire la situazione senza dover commettere la minima sbavatura. Concentrazione massimale che non è mancata a Leclerc, bravo a gestire il proprio vantaggio su Piastri e abile nello scavare un buon gap nel momento giusto.
Per Leclerc la gioia è stata incontenibile dopo aver tagliato il traguardo e come raccontato nelle interviste post gara non è di certo mancata la commozione. Charles ha perso il papà diversi anni fa, colui che lo ha instradato verso il Motorsport, che lo ha reso un pilota forte come lo è oggi.
“Negli ultimi giri ho pensato tanto a lui, che sognava che io vincessi qui”, ha spiegato il #16. Un riferimento anche all’amico Jules Bianchi, altro punto di riferimento venuto a mancare.
“Non sono riuscito a trattenere le lacrime sotto il casco e nelle ultime curve non vedevo nemmeno più bene la pista“. Insomma una commozione che spiega quanto ci tenesse il pilota della Ferrari a centrare un’affermazione interna che troppe volte era sfuggita per sfortuna o errori evitabili. Questa invece è tutta sua, dei ferraristi e di chi gli rivolge uno sguardo speciale da lassù.