Le dichiarazioni dell’attaccante in vista del futuro. Olivier Giroud spiega il suo addio a L’Equipe. Ecco le sue parole prima dell’ultima partita a San Siro
Sarà un sabato sera emozionante quello che aspetta i tifosi rossoneri a San Siro. Il Milan sarà chiamato a dire addio a tre simboli dell’ultimo periodo, a partire da Olivier Giroud, ma il pubblico darà un ultimo caloroso abbraccio anche a Stefano Pioli e Simon Kjaer.
Forse l’addio dell’attaccante francese, idolo del Diavolo fino all’ultimo momento sarà quello più doloroso da digerire, ma allo stesso tempo quello più scontato. L’età, d’altronde, nonostante i numeri dicano altro, avanza anche per Giroud, che si trasferirà così in America per indossare la maglia dei Los Angeles FC nella Major League Soccer: “Sono passati alcuni mesi, sapendo che ero alla fine del contratto – afferma ai microfoni de L’Equipe -. Ho preso questa decisione diversi mesi fa e si è concretizzata nelle ultime settimane. Il peso degli anni comincia a farsi sentire e ho riflettuto bene. Giocare ogni tre giorni è sempre più complicato, soprattutto a questo livello. Non vado lì per fare il turista, ma penso che sia il momento giusto per me”.
I numeri, come detto, ci raccontano di un Giroud ancora ai massimi livelli, ma lui non è per nulla soddisfatto. Il francese voleva vincere con il Diavolo: “È vero che a livello statistico ho fatto bene, ma non è il modo migliore per salutare il Milan. Tornando al discorso personale, ho fatto 14 gol e 8 assist in campionato. Guardando alla mia età, non erano in tanti a pensare che avrei potuto dare ancora questo apporto. Vuol dire che sono stato coinvolto spesso nel gioco e che ho dato il mio contributo”.
Chiusura di un cerchio
Ma dopo il Milan arriva anche l’annuncio dell’addio alla Francia. Inevitabile per Olivier Giroud: “L’Europeo sarà l’ultima mia competizione con i Bleus, bisogna far spazio ai giovani. In carriera penso di poter giocare altri due anni buoni ma dico basta alla nazionale”
Dopo Ibrahimovic, il Milan si appresta così a dire addio ad un altro leader, ad un altro grandissimo attaccante: “Abbiamo avuto un rapporto molto bello. C’è stato rispetto reciproco e confrontarmi con lui è stato stimolante, perché io sono un competitivo. Abbiamo vissuto dei momenti straordinari insieme al Milan come la vittoria dello scudetto due anni fa. Come lui, sono stato un leader a modo mio. Non sono abituato ad abbaiare. Cerco di parlare puntualmente e con pertinenza. E come dice Zlatan: ‘È spesso il ragazzo che non dice nulla che è il più pericoloso'”.