Djokovic, confessione clamorosa: i tifosi non riescono a crederci, il numero uno al mondo ha ammesso tutta la verità
Per Novak Djokovic essere se stesso non è stato semplice. Il tennista serbo, numero uno al mondo con scadenza ormai ravvicinata, lo ha confessato una volta per tutte. In un momento delicatissimo della sua carriera e della sua vita professionale, a un passo da un tracollo che fino a pochi mesi fa sembrava inimmaginabile, Nole ha scelto di vuotare il sacco e si è lasciato per la prima volta andare a una confessione senza filtri, ammettendo una verità che tutti in fondo conoscevano, ma che il 24 volte campione Slam non aveva mai ammesso.
La sua è stata una carriera da raccontare. Talento evidente, seppur meno raffinato o meno esuberante dei suoi rivali principali, Federer e Nadal, ha dovuto impiegare qualche anno in più per carburare. Dal 2011 in avanti è però diventato un rullo compressore, un tennista robotico in grado di vincere ovunque, contro chiunque, in qualunque condizioni, mettendo in scena vere e proprie lezioni di tennis o rimonte epiche che ancora oggi fanno venire la pelle d’oca ai suoi tifosi.
E anche se in questa fase della sua vita sta vivendo delle difficoltà che non aveva mai provato prima, Nole resta uno dei tennisti più divisivi del circuito. Un rapporto d’amore-odio, quello tra il serbo e il pubblico, a eccezione dei suoi veri tifosi, che dura ormai da anni e che lo stesso Djokovic non ha mai fatto nulla per nascondere.
Djokovic, confessione clamorosa: il tennista vuota il sacco
L’apice di questo rapporto conflittuale con il pubblico si è avuto a Wimbledon, nel corso di quella finale con Federer che sarebbe potuta significare per Roger il nono sigillo tanto atteso, e che si è invece trasformata nell’ennesimo momento di trionfo per il cinico serbo, come confessato dallo stesso tennista belgradese ai microfoni di Good Trouble, il podcast di Kyrgios: “I tifosi gridavano Roger-Roger, io sentivo Novak-Novak. È un allenamento mentale“.
Quello rimarrà il manifesto della sua capacità di trasformare il tifo contro in energia da poter scatenare sul campo, forza vitale in grado di trascinarlo oltre ogni baratro, oltre ogni confine, fino a farlo diventare una sorta di macchina imbattibile per tutti. O quasi.
Eppure, adesso che la carriera si avvia verso un’inesorabile confessione, Nole non può non ammettere che avere questo rapporto conflittuale con il pubblico non è stato semplice. “So che non posso piacere a tutti“, ha spiegato il serbo, con grande lucidità: “Le persone hanno i loro giocatori preferiti, o tifano per chi è sfavorito. Sono cose che succedono“.
La grande lezione che il tennis gli ha saputo dare, però, è che però ogni sensazione è unica e devi godertela ogni volta che scendi in campo: “È necessario capire il momento, perché quelle sensazioni lì non le proverai ogni singolo giorno“. Una lezione che vale per ogni ambito della nostra vita.