Momento negativo per il tennista romano, costretto a rinunciare al torneo di casa: si teme un altro incubo per Berrettini
Con tutte le difficoltà del caso – compreso un evidente calo di pressione a causa del caldo umido di Miami – Matteo Berrettini era tornato. Lo aveva fatto dopo oltre 190 giorni di stop, andandosi a prendere la finale, poi persa, al Challenger di Phoenix. Lo aveva fatto iscrivendosi al Masters 1000 della Florida, dove aveva comunque battagliato con Andy Murray salvo cedere al terzo set.
E lo aveva fatto in particolar modo all’ATP 250 di Marrakech, dove era riuscito a trionfare ponendo fine ad un digiuno lungo due anni. Poco era importato se poi, subito dopo, ‘The Hammer’ era uscito con le ossa rotte da Monte Carlo, sconfitto nettamente al primo turno da un ottimo Kecmanovic. La cosa importante, a detta dello stesso protagonista, era stata il ritorno alla continuità. Alla disputa di tornei utili a ‘mettere minuti nelle gambe’, come si direbbe nel calcio.
Poi, quasi improvvisamente, la doccia fredda. Prima la rinuncia al Masters 1000 di Madrid, a causa di una fastidiosa tonsillite accompagnata da febbre. Poi, e qui è scattato davvero l’allarme considerando i precedenti del tennista, il forfait per Roma. Il torneo di casa. Quello al quale forse, dopo Wimbledon, tiene di più.
“Non riuscirò a giocare, ho provato a fare di tutto, ma non sono pronto per competere. Rischio di farmi male e stare fermo. Ho preso tante medicine che mi hanno debilitato e non sento le forze che servono. Ho paura che giocando a Roma mi possa accadere qualcosa e, dopo aver vissuto tutto quello che ho vissuto, temo di farmi male di nuovo e stare fuori a lungo. Spero che gli Internazionali 2025 saranno quelli del mio ritorno. Spero di poter giocare a Parigi o prima“, ha spiegato Matteo nel corso di una conferenza stampa tenutasi prima del suo mancato esordio al Foro.
Berrettini, scatta l’allarme: Parigi è a rischio
Già, Parigi. Un torneo che, salvo clamorose ed inaspettate complicazioni, Matteo dovrebbe disputare. Il problema è che il tennista come suggeriscono alcuni addetti ai lavori, potrebbe esser rientrato in un tunnel di insicurezze e di paure psicologiche già ben esperito per esempio dopo la batosta subita dall’amico Sonego a Stoccarda, al rientro sui campi dopo svariati mesi, nell’estate del 2023.
Le tutto sommato scarse motivazioni tecniche fornite per giustificare la rinuncia agli Internazionali d’Italia avevano già messo in moto la lingua dei più maliziosi. Che però sarebbero curiosamente gli stessi che lo scorso anno, a novembre, avevano già predetto che Matteo sarebbe tornato oltre i sei mesi di stop, in modo da usufruire del ranking protetto. E così avvenne.
La paura che il romano possa tornare a calcare i campi direttamente a Wimbledon, o al massimo al tanto amato torneo del Queen’s, si fanno via via più concrete. Come un vecchio fantasma che ogni tanto bussa alla porta dell’ex numero 6 del mondo.