Oggi è arrivata una comunicazione ufficiale da parte dell’attaccante francese sul suo futuro: la decisione è stata presa.
Olivier Giroud è entrato nei cuori dei tifosi del Milan per quello che ha fatto dal 2021 a oggi. È stato protagonista di uno Scudetto meraviglioso e ha segnato diversi gol. Si è fatto apprezzare sia come calciatore che come persona.
I numeri dicono che il 37enne francese ha collezionato 48 gol e 20 assist in 130 presenze con la maglia rossonera. Forse è andato anche oltre le aspettative che c’erano quando arrivò a Milano per essere un’alternativa a Zlatan Ibrahimovic. Complici anche i problemi fisici dello svedese e non solo, si è preso il posto da titolare con merito.
Il suo contratto scade a giugno 2024 e questa volta non ci sarà il rinnovo. Le parti si separeranno, Oliviero andrà a giocare negli Stati Uniti e il Diavolo comprerà un nuovo attaccante. È stata una bella storia e finirà.
Giroud ha parlato poco fa ai canali ufficiali rossoneri, queste le sue parole: “Sono qua per dirvi che giocherò le mie ultime due partite nel Milan. Continuerò la mia carriera in MLS. Sono orgoglioso di quello che ho fatto al Milan in questi tre anni. È il momento giusto per dirlo, sono emozionato. La mia storia con il Milan finisce quest’anno, però il Milan rimarrà sempre nel mio cuore“.
QUANDO HA MATURATO LA DECISIONE – “Alcune settimane fa. Ho dato tutto quello che ho avuto al Milan. Penso che per me e la mia famiglia è giusto per un’esperienza di vita diversa, niente di più. La famiglia fa sacrifici durante la carriera, voglio pensare di più alla famiglia. Non è la fine della mia carriera, ma è il momento giusto per questa carriera“.
LASCIARE IL CALCIO EUROPEO – “Il calcio è la mia passione, la mia vita e indossare questa maglia è stato un onore. Penso che lasciare ad alto livello in Europa al Milan è qualcosa che volevo. Volevo lasciare con un trofeo, sono competitivo e ho dato tutto per questa maglia dal primo giorno. Adesso è importante tenere il secondo posto, ovviamente sarò emozionato all’ultima partita in casa e voglio ringraziare i tifosi. Stimo tutte le persone che lavorano a Casa Milan e a Milanello. I tifosi mi hanno accolto molto bene. Non potevo sognare un anno migliore del primo con lo Scudetto e le emozioni belle vissute. Sono molto orgoglioso“.
LA SUA TENUTA FISICA – “Voglio sempre fare di più, faccio attenzione al cibo e a quanto dormo. Se vuoi giocare fino a 35, 36, 38 anni devi essere professionista. La cosa più importante è la voglia, la determinazione, la passione che hai nel cuore“.
IL FUTURO NON FA PAURA – “Non ho paura, ma sono un nostalgico. Comunque sono molto eccitato, voglio dare tutto per il Milan e per il mio futuro club. Voglio vincere“.
OBIETTIVI FUTURI – “Forse un Europeo con la Francia, sarà il mio ultimo torneo con la nazionale. Nel 2016 lo abbiamo perso in casa, ma ha costruito il successo nel Mondiale di Russia 2018. Finire questa stagione ad alto livello con il Milan e la Francia era la decisione giusta al momento giusto. Negli Stati Uniti sogno un’esperienza di vita diversa anche per la mia famiglia, c’è l’opportunità di vedere un’altra coltura. Sono felice, sarò col mio amico Hugo Lloris (portiere del Los Angeles FC, ndr), è incredibile ritrovarci lì“.
IL RISPETTO GUADAGNATO A MILANO – “Tutti sanno che voglio sempre vincere, ma anche essere una persona simpatica fuori dal campo. In tutti i club in cui ho giocato ho lasciato persone che mi amavano. I miei genitori mi hanno educato così“.
ASPETTATIVE AL MILAN – “Mi aspettavo un’atmosfera pazzesca a San Siro. Quando abbiamo vinto lo Scudetto non mi aspettavo tanta gente per le strade e tanto amore e passione dei tifosi. Da piccolo ero tifoso del Milan, però ero lontano, in Francia, e non vedevo queste cose. Quando sei dentro il club ti rendi conto che è un top club e che è un onore giocare con questa maglia. Tante persone mi hanno accolto bene e gli voglio bene, questo mi ha fatto capire che sono arrivato in un club speciale con valori speciali. Ci siamo aiutati e siamo rimasti vicini, è stata un’esperienza umana molto forte“.
QUANDO È SCOCCATA LA SCINTILLA COL MILAN – “Quando è venuto a cercarmi. Sono nato nel 1986, quindi ho visto anche la squadra di Paolo Maldini. Voglio ringraziare sia lui sia mister Pioli, mi hanno dato fiducia. Ho iniziato a guardare il Milan da piccolo piccolo, poi da teenager il mio giocatore preferito era Shevchenko. Il Milan ha vinto tanto, in Italia solo Milan“.
PRIMO GIORNO A CASA MILAN – “Ricordo quando ho preso la maglia, l’ho messa sul naso e l’ho baciata. Ora ho la stessa sensazione di allora, ma con l’orgoglio di aver avuto lo Scudetto sul petto ed è un’emozione particolare“.
AL MILAN TROPPO TARDI? – “Non vorrei cambiare niente nella mia carriera, sono grato di poter vivere della mia passione di aver giocato in grandi club. Giocare in Inghilterra era un sogno che avevo da bambino. Avrei firmato per lo Scudetto al primo anno, anche perché il club non lo vinceva da tanti anni“.
I PIANTI AL MILAN – “Mia figlia mi ha detto che non mi vede mai piangere. Lo faccio, ma mi nascondo. Ho pianto per il Mondiale e per lo Scudetto. Quando la squadra non va bene e sento che poteva fare meglio, soprattutto per i tifosi, mi fa male. Sono uno competitivo e quando sono molto deluso mi vengono le lacrime“.
AIUTARE I GIOVANI – “Lo spogliatoio è una famiglia, siamo uniti qualsiasi cosa accada. I giovani mi prendono un po’ in giro a volte. Io nella mia testa sono giovane. Tutte le volte che i ragazzi hanno bisogno di me, ci sono sempre. Ho visto un’intervista di Jan-Carlo Simic e della sua esperienza in Prima Squadra, quello è lo spirito che un giocatore deve avere“.
ARRIVO IN ITALIA – “Il periodo del Covid è stato molto frustrante. Noi giochiamo a calcio per vivere emozioni e condividere i momenti con i tifosi allo stadio. Sono stato fortunato a vivere un primo anno che mi ha fatto impazzire, ho visto persone che hanno pianto ed è la cosa più bella del calcio“.
ESSERE LEADER – “Io non sono uno che parla tanto nello spogliatoio, lo faccio quando ho qualcosa di pertinente da dire. Penso che il tuo comportamento nella vita e con i compagni ti fa avere la loro fiducia. La nostra è una squadra di bravi ragazzi, sanno quanto gli voglio bene. Consiglio loro di non mollare mai, restate uniti e ricordarsi l’anno 2021/2022 favoloso. Sarò sempre presente per dei consigli, saranno sempre nel mio cuore“.
RAPPORTI COI COMPAGNI – “Sono stato felice di ritrovare Bennacer, che avevo già conosciuto all’Arsenal. C’erano anche Pierre e Theo, poi anche Rafa e Simon che parlano francese. Sono arrivato con Mike, poi c’è stato anche Yacine. Ero fiero di giocare con Ibra. Mi ha accolto bene e ricordo quando mi ha detto che c’era un solo re a Milano, ovvero lui. Mi è piaciuto, questo ti fa capire che arrivi in un grande club e ti fa capire che devi fare il massimo“.
RIMPIANTI “Non mi piace questa parola. Quest’anno il campionato era difficile, perché l’Inter ha fatto un grande percorso. In Europa ero devastato quando abbiamo perso contro la Roma. Non era la partita che volevamo giocare, abbiamo giocato sotto il nostro livello e c’era della frustrazione. Ero devastato, volevo portare un altro trofeo al Milan. Spero che quando partirò, il club vincerà ancora e per sempre. Sarò sempre un tifoso del Milan, resterà sempre nel cuore e vi vorrò sempre bene”
EREDITA’ – “Essere un esempio per i giovani. Penso che i tifosi si ricorderanno della doppietta con l’Inter, dovevamo vincere quella partita. È cambiato il mio rapporto con loro, mi hanno dedicato un coro. Ho sentito l’amore e la passione dei tifosi. La cosa che mi ha impressionato è che i tifosi non ti lasciano mai, anche quando abbiamo perso erano presenti. Nell’ultima partita vorrei che i tifosi cantassero di nuovo a San Siro”.
ULTIMO MESSAGGIO – “Grazie per queste emozioni speciali, rimarrò sempre disponibile per questo club e la gente a cui voglio bene. Sarà sempre un piacere venire a Casa Milan, a Milanello e a San Siro. Mi sono sentito a casa, in una famiglia, dal primo giorno. Ho amato subito il Milan e lo amerò per sempre“.