Rischia di diventare meno automatico del previsto l’addio di Stefano Pioli dal Milan al termine della stagione, con un contratto fino al 2025.
Tutto sembra ormai scritto. L’era di Stefano Pioli come guida tecnica del Milan sta giungendo al capolinea. Il mister nativo di Parma, dopo circa 4 anni e mezzo dal suo arrivo, lascerà la carica di allenatore al termine di una stagione fra troppi alti e bassi.
Decisivi alcuni risultati nei momenti topici della stagione, come le eliminazioni da Champions ed Europa League, oppure i derby persi contro l’Inter in campionato. Pioli paga anche i troppi infortuni stagionali, una questione che il patron Gerry Cardinale ha imputato a lui ed al suo staff.
L’esonero di Pioli dopo la fine del campionato 2023-2024 è dunque scontato e sicuro, visto che il Milan sta cercando un nuovo allenatore già in queste settimane. Ma c’è una questione da risolvere che rischia di minare i piani futuri dei rossoneri e che riguarda proprio la situazione contrattuale dell’attuale mister.
Una questione su cui pone l’accento quest’oggi il Corriere della Sera. Il quotidiano nazionale ricorda come Pioli ed i membri del suo staff costino, tra stipendi e tasse, circa 10 milioni di euro alle casse del Milan. Solo l’ingaggio del tecnico emiliano si aggira sui 4 milioni netti all’anno, con contratto ancora valido fino al 30 giugno 2025.
Una cifra che la proprietà RedBird non intende continuare a versare per un’altra intera stagione, visto che vuole utilizzare i propri fondi per l’ingaggio di un nuovo allenatore (e conseguente staff al seguito) e per rinforzare la rosa in estate. Ma appare complicato trovare una risoluzione generale per Pioli e compagnia.
Il Milan ed il tecnico parmigiano cercheranno di arrivare ad un accordo sulla buonuscita, con il rischio per il club di dover comunque versare una cifra piuttosto elevata per ufficializzare l’esonero e la risoluzione contrattuale di Pioli e dello staff tecnico. L’unica soluzione in aiuto dei rossoneri è l’eventuale ingaggio di Pioli da parte di un altro club, ad esempio del Napoli che sta seriamente valutando di affidargli la panchina da giugno prossimo.
Situazione in divenire, che comunque non blocca il piano del Milan e di Cardinale di ripartire con un allenatore diverso, un profilo più internazionale e pronto a sposare il progetto a medio-lungo termine voluto dal club. L’intrigo Pioli rischia solo di rallentare alcune idee per il futuro.