Il no a Lopetegui e la protesta dei tifosi del Milan, quel precedente che nessuno ha dimenticato

Il no dei tifosi del Milan all’arrivo di Lopetegui in panchina ha ricordato a molti un precedente indimenticabile accaduto quindici anni fa

Una levata di scudi, una presa di posizione netta e irrevocabile quella dei tifosi del Milan che si sono apposti in massa all’arrivo di Julen Lopetegui sulla panchina rossonera al posto di Stefano Pioli.

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Non solo Lopetegui, c’è stata un’altra protesta storica dei tifosi del Milan (Ansa) – Milanlive.it

Una protesta che si è fatta sentire prepotentemente sui social già all’indomani della sconfitta contro l’Inter nel Derby che ha sancito, di fatto, la fine del quinquennio di Pioli, il quale appena un mese fa sembrava certo dell’ennesima conferma.

Con il Milan intenzionato a cambiare allenatore, la candidatura dell’ex tecnico di Siviglia e Real Madrid era quella preponderante nelle scelte della dirigenza rossonera. Lo hanno confermato tutti gli esperti di mercato. Tra il Milan e Lopetegui c’era già un’intesa di massima su durata del contratto e ingaggio. Tutto era pronto, insomma, per l’accordo definitivo prima dell’irruzione dei tifosi che hanno chiesto a gran voce l’arrivo di un altro allenatore.

L’hashtag #NOpetegui su Facebook e X è diventato trend topic in poco tempo tanto da indurre il presidente Gerry Cardinale a compiere un deciso passo indietro e a prendersi altro tempo prima di scegliere il successore di Pioli. Una protesta che ha sorpreso anche lo stesso Lopetegui e che a molti ha ricordato quanto avvenuto nel 2009. All’epoca, i social erano agli albori e la tifoseria rossonera scese addirittura in piazza per il suo idolo indiscusso.

“Non si vende Kakà”

Stagione 2008-09, l’ultima di Carlo Ancelotti sulla panchina del Milan. La squadra è a fine ciclo e dopo sette anni non disputa la Champions League. C’è aria di rinnovamento. Già a Gennaio, era di fatto certo l’addio dello stesso Ancelotti che avrebbe accettato di lì a poco l’offerta del Chelsea in Premier League.

Tanti i rumors anche sul possibile addio di Kakà. Martellante la campagna di AS sul futuro approdo del fuoriclasse brasiliano al Real Madrid. In quella stagione, tuttavia, un’altra variabile era subentrata a  scombussolare gli equilibri del calciomercato per i top club. Da pochi mesi, infatti, il Manchester City aveva cambiato proprietà passando nelle mani dello sceicco Al Mansour.

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“Non si vende Kakà”, un coro indimenticabile (Ansa) – Milanlive.it

Con fondi illimitati da spendere, il City punta subito ai maggiori top player europei. Il 16 gennaio 2009 arriva la notizia di un’offerta irrinunciabile recapitata al Milan per acquistare subito Kakà. Pare che l’accordo tra i due club sia stato già raggiunto e si attendeva solo il momento giusto per l’annuncio.

Domenica 17 gennaio, il Milan disputa l’ultimo match del girone di andata a San Siro contro la Fiorentina. Kakà è in campo e, tutta la partita vinta poi dai rossoneri per 1-0, è scandita dal coro incessante “Non si vende Kakà” dagli spalti. Un anticipo di quello che sarebbe accaduto il giorno seguente.

Mentre tutti attendevano l’annuncio ufficiale di Kakà al City, i tifosi rossoneri scendono in piazza con cori e presidi fin sotto l’abitazione del calciatore brasiliano. Urlano il loro disappunto e cantano cori a favore di Kakà, i tifosi milanisti e, alla fine, la spuntano. In serata, il brasiliano si affaccia da una finestra del suo appartamento e sventola una maglia del Milan con il suo nome mentre il Presidente Berlusconi, in diretta al Processo di Biscardi, annuncia che la trattativa con il City si è interrotta e che Kakà resterà in rossonero.

Una giornata, di fatto, storica per il Milan, i suoi tifosi e il calcio italiano. Una gioia, tuttavia, che si rivelerà effimera. A fine stagione, infatti, Kakà passerà al Real Madrid che acquista, insieme a lui, anche Cristiano Ronaldo e Benzema. Nel settembre 2013, Ricky tornerà al Milan per un’ultima malinconica stagione prima dell’addio definitivo.

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