Perché il Milan dovrebbe prendere De Zerbi per il dopo Pioli: identità, gioco e comunicazione, cinque motivi per un matrimonio ideale
L’avventura di Stefano Pioli sulla panchina del Milan è giunta al capolinea. In seguito all’eliminazione dall’Europa League e all’umiliazione dell’ennesimo derby perso con Scudetto della seconda stella consegnato all’Inter incorporato, è arrivato il momento di dirsi addio. Si chiude un ciclo iniziato benissimo, con i primi tre anni di grandi successi, e concluso nel peggior modo possibile con due stagioni fallimentari (per motivi diversi e non solo per colpa sua). Ma adesso la domanda è: chi sarà il suo successore?
I tifosi hanno deciso e non da oggi. Uno e un solo nome: Antonio Conte. È lui per la maggior parte della tifoseria l’uomo giusto per ridare vita ad un Milan che sembra oggi senza anima né identità. Una figura dalla forte personalità, con una metodologia di lavoro completamente diversa da Pioli e che può considerarsi una garanzia di vittorie. Non sappiamo se la società sia dello stesso avviso: le indiscrezioni in merito sono discordanti ma la sensazione è che si preferiscano altri profili, magari più in linea con le priorità della proprietà. Ecco perché l’allenatore giusto, e che in qualche modo potrebbe accontentare le diverse fazioni del club, si chiama Roberto De Zerbi. Proviamo a spiegare perché in cinque punti.
L’identità milanista
Più che al bilancio in postivo, al Decreto Crescita, allo stadio e ad altre questioni simili, la priorità di RedBird dovrebbe essere quella di ricostruire un’identità milanista, alla quale ha deciso lo scorso anno di rinunciare volutamente mandando via Paolo Maldini e Sandro Tonali (in merito a quest’ultimo è importante concentrarsi sull’errore di base, e cioè quello di cedere l’unico giocatore milanista di personalità capace di trasmettere il senso di appartenenza, più che a quello che è accaduto dopo, impossibile da prevedere). Ibrahimovic, arrivato comunque tardi, è un buon inizio ma serve anche una figura di campo e di spogliatoio. E qui ci leghiamo quindi al primo punto. De Zerbi è cresciuto con il grande Milan e con i valori trasmessi dalle bandiere del club ai tempi. Valori che lo hanno accompagnato per tutta la sua carriera: non perde mai occasione per ribadirlo, come nel famoso intervento alla Bobo TV di un anno fa o in una recente intervista a Sky Sports in vista di un possibile incrocio in Europa League. “Solo lui e Guardiola mi hanno parlato di attaccamento alla maglia e dedizione“, ha detto l’ex giocatore Bacary Sagna, che ha spiegato di essere andato al Benevento solo per De Zerbi. Un concetto sul quale spingerebbe tantissimo da allenatore rossonero. Perché lui sa cosa significa essere al Milan.
“Io sono un figlio del Milan.
Il Milan ai miei tempi era diverso dalle altre squadre. Vinceva e aveva un gioco diverso dalle altre.
L’educazione calcistica la prendo da là: da Baresi, Maldini, Savicevic, Boban… Quella dell’allenamento, della serietà”- De ZerbiTORNA A CASA🔴⚫️ pic.twitter.com/5VegxLrtGe
— Angelo 🌟🔴⚫️ (@DeadlyAngelo97) April 20, 2024
La proposta di gioco
Il Milan degli ultimi due anni è stato troppo spesso davvero brutto da vedere. Pioli ha costruito un impianto tattico valoroso nell’intenzione ma superficiale nell’applicazione. Deficitario in fase di costruzione e anche in quella di sviluppo, troppo legata alle giocate individuali e con poche idee di combinazioni soprattutto contro certi avversari. Senza parlare delle difficoltà in fase difensiva, corretta nel principio ma quasi sempre sbagliata nell’interpretazione. Ed era evidente fin dall’inizio dell’anno. De Zerbi invece fa della proposta di gioco il suo punto di forza. Creare la giusta organizzazione per esaltare i singoli. Il Milan ha i giocatori per farlo ma sarebbe importante assecondare le richieste dell’allenatore per farlo lavorare al meglio. Le sue sono idee futuristiche, moderne, in continuo aggiornamento. E che hanno ispirato i più grandi allenatori al mondo. Con lui a San Siro potrebbe rivedersi finalmente il calcio al quale è stato abituato per anni; potrebbero rivedersi l’entusiasmo perduto e l’unità di intenti. Sarebbe il miglior modo per rispondere alla spettacolarità e all’efficacia dell’Inter di Simone Inzaghi.
De Zerbi’s Brighton using 316 in high buildup phase to manipulate Stoke’s 3421pic.twitter.com/yL0i57xCUs
— Gaurav (@GauravAnlyst) April 23, 2024
Valorizzare
Abbiamo parlato di come il collettivo esalti sempre le individualità e mai il contrario. Ecco perché De Zerbi potrebbe far felice la proprietà. Che preferisce sul mercato affidarsi a giocatori giovani e da formare piuttosto che a quelli più navigati (anche se con gli addii di Kjaer e Giroud sarebbe importante aggiungere in rosa anche elementi di questo tipo). Il lavoro di Roberto al Brighton è stato incredibile e per riassumerlo basta una statistica: la squadra inglese nel 2023 ha registrato un utile in attivo nel bilancio di quasi 150 milioni. E’ stato possibile grazie alle cessioni record di gente come Caicedo, MacAllister e i tanti altri talenti valorizzati dal lavoro del tecnico. Al Milan sarebbe più complicato perché la piazza è ovviamente molto diversa rispetto a quella di Brighton, ma le capacità manageriali di De Zerbi non cambierebbero. E se ai giovani si aggiungesse anche quale elemento più pronto male non farebbe, soprattutto per…
[ANALISI] Gli utili record a bilancio: #Brighton secondo solo al #Barcellona, #Napoli in top 10. La classifica dei migliori risultati economico-finanziari nel calcio https://t.co/dVfx5gwuUT
— Calcio e Finanza (@CalcioFinanza) April 4, 2024
Due motivi per vincere
Vincere. E’ questo il tema che sta più a cuore ai tifosi, soprattutto dopo aver visto l’Inter farlo proprio nel derby. Ed è per questo che la loro scelta ricadrebbe sempre e comunque su Conte. E, come detto, è difficile dargli torto: l’ex Juve e Inter ha vinto ovunque sia andato, in Italia e in Inghilterra. De Zerbi finora non ha mai allenato squadre per poter vincere (anche se la qualificazione in Europa League per una squadra come il Brighton equivale ad un trofeo, così come i piazzamenti con il Sassuolo) e non si può quindi giudicare. Ma è un predestinato e il successo prima o poi arriverà. Non sappiamo quando né come, ma arriverà. Il Milan può essere la squadra giusta per farlo, spinto tra l’altro da una doppia motivazione: per la squadra che lo ha cresciuto e accompagnato e per sé stesso.
Calcio e comunicazione
L’ultimo punto è forse il più importante. Oggi per un allenatore è importante il lavoro sul campo tanto quanto quello nella comunicazione. Il caso Daniele De Rossi è il più recente e anche il più lampante: la Roma è passata dagli slogan sterili e privi di contenuti positivi di Mourinho a delle vere e proprie lezioni di calcio e di vita dell’ex centrocampista. Per il Milan la situazione è diversa perché la comunicazione di Pioli, seppur con qualche scivolone di troppo, resta comunque di buon livello. Con De Zerbi, che come De Rossi è dotato di estrema leadership e carisma, si farebbe uno step in avanti. Una comunicazione che non regala titoli ma riflessioni, che è semplice ma efficace, che è diretta e non conosce scorciatoie. Un modo di comunicare in linea con il suo carattere e il suo modo di stare al mondo. Vero, intrepido, deciso. Come il calcio che ha scelto di far giocare alle sue squadre.
Comunicare.
Comunicare è rispettare. È essere chiari.
Un punto di vista necessario.#DeZerbi pic.twitter.com/ovjuVUUn32— LaFieraDelCalcio (@fiera_calcio) March 13, 2024