La Procura di Milano indaga sulla cessione del club rossonero da Elliott a RedBird: la nuova mossa degli inquirenti
Il Milan continua ad essere nell’occhio del ciclone. O, meglio, la cessione della società rossonera da Elliott a RedBird avvenuta nell’agosto del 2022. Stando a quanto afferma l’Ansa, infatti, è iniziata l’estrapolazione di dati dai dispositivi informatici sequestrati, come tablet e cellulari, attraverso copie forensi.
Il sequstro di tali dispositivi era stato ordinato dalla Procura di Milano che indaga proprio sulla cessione del club. Lo scorso 12 marzo il Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza ha eseguito le perquisizioni a carico di Ivan Gazidis e Giorgio Furlani, rispettivamente ex ed attuale Ad della società rossonera, a cui i pm hanno trasmesso, sul fronte della giustizia sportiva, il decreto di perquisizione per approfondimenti eventuali. Perquisizioni sono state effettuate anche in alcuni uffici di Casa Milan.
I due sono indagati per ostacolo alla funzione di vigilanza della Federcalcio e gli indagati, di concerto con le loro difese, non sono ricorsi al Riesame per i sequestri e le perquisizioni. Effettuate le copie forensi dei dispositivi, prenderà il via l’analisi da parte degli inquirenti, a caccia di dati utili alle indagini da scovare tra messaggi e mail utilizzando una serie di parole chiave, circa 40.
Si attendono risposte anche sull’ipotesi degli inquirenti su un controllo di Elliott esistente ancora sul Milan, quasi a voler essere una sorta di proprietario occulto della società nonostante la cessione delle quote a Gerry Cardinale, fondatore di RedBird.
Un’ipotesi che il fondo statunitense aveva già rispedito al mittente spiegando in una nota come RedBird fosse proprietario della società al 99,93%, solo perché singoli azionisti italiani posseggono lo 0.07% del pacchetto azionario del club.
“Elliott, con nessun diritto di voto e con scadenza triennale ha fornito un prestito a RedBird dopo il closing” continuava a recitare la nota emessa a metà marzo in cui il fondo statunitense rigettava ogni tipo di accusa sostenendo come sia il proprietario di controllo del club rossonero “e tale resterà”.
La Procura di Milano ha dato il via alle perquisizioni dopo aver rintracciato un documento allo scopo di far luce “sull’attuale assetto proprietario” per capire chi stava lavorando su quelle trattative.