L’intervista di Yacine Adli a SportWeek. Il centrocampista del Milan si racconta al settimanale de La Gazzetta dello Sport
Yacine Adli si racconta. Il centrocampista francese è diventato una pedina importante del Milan dopo aver trascorso più di un anno in panchina, ai margini del progetto di Stefano Pioli.
Ma il giocatore è stato sempre un elemento importante del gruppo, sempre coinvolto nelle dinamiche di squadra. Un uomo spogliatoio insomma, che si fa amare da tutti. Adli ha mostrato un attaccamento alla maglia quasi viscerale, che non passa inosservato. Un amore che ha chiaramente conquistato i tifosi, che inevitabilmente si affezionano a quei calciatori che mostrato un legame con i colori rossoneri.
E il legame di Adli con il Milan appare davvero speciale: “Viviamo in un mondo fake, ma chi mi conosce sa che io mi mostro per come sono. L’uomo che vedi nello spogliatoio è lo stesso che canta sotto la curva dopo una vittoria. Questo amore per il Milan è sincero, è esploso in me in maniera spontanea, non lo controllo. Quanto sento 80mila tifosi che cantano, mi vengono i brividi e mi sento uno di loro”.
Yacine Adli oltre a dimostrare grande attaccamento alla maglia, è stato pazienta ad aspettare la propria occasione, ma non è stato facile: “La qualità che mettevo ogni giorno nel lavoro mi faceva essere fiducioso – prosegue il giocatore -, sapevo che mi mancava ancora qualcosa, ma sapevo anche che quel qualcosa stava arrivando. Mi mancava un po’ di adattamento, tattico e fisico, al vostro calcio. In quel periodo tutti i miei compagni mi sono stati vicini, e non è per essere banale. Mi sento vicino a Bennacer, che ha origini algerine come le mie, o a Theo, Giroud e Maignan, francesi come me, ma davvero non faccio distinzioni. E poi, i compagni non avevano motivo di preoccuparsi: mai una volta mi sono presentato a Milanello con la faccia delusa di quello che non gioca”.
Adli: “Mi sono venute le lacrime”
Poi è arrivata la svolta. Con la grande emergenza, che ha coinvolti anche il centrocampo, affidarsi a Yacine Adli è stato inevitabile. Le prestazioni sono state sempre migliori e poi è arrivato anche il gol alla Roma: “Mi sono venuti i brividi, quasi le lacrime. Dopo tutto quello che ho passato, è stato un momento speciale”.
Adli è un centrocampista che può fare davvero tutto. Nel Milan ormai sta ricoprendo il ruolo di playmaker, ma in passato ha giocato anche altro: “Posso fare il vertice basso, il trequartista, ho giocato da esterno sinistro e falso nove. Posso piacere o no: non ho le gambe forti di uno che ti fa uno scatto di 40 metri e lascia dietro l’avversario, ma capisco i tempi di gioco, ‘vedo’ passaggi che non tutti vedono. Sono come un giocatore di scacchi che muove i pezzi giusti al momento giusto per ‘ammazzare’ l’avversario. Sono cose di cui non sempre chi guarda si accorge e per questo non potrò mai piacere a tutti. Sarò sempre Yacine Adli, con le sue caratteristiche. E queste caratteristiche possono fare la differenza”.